Paolo Carlone – “Gesù, medico del corpo e dell’anima, vi ha scelto, perché siate le sue mani. La vostra vocazione è essere al servizio per gli altri. Un compito che deve essere accompagnato da compassione, delicatezza, tenerezza, rispetto e pietà, che devono abbondare nel vostro cuore” le parole del vescovo Mons. Giacomo Cirulli all’Associazione Medici Cattolici Italiani della Diocesi di Alife-Caiazzo in occasione dell’incontro di martedì scorso presso l’Episcopio in Piedimonte Matese. Presenti in 20 tra medici in servizio e in pensione, accompagnati dal presidente Dr. Geppino Buonpane e dall’assistente spirituale don Domenico La Cerra.
Più volte richiamando l’immagine del Buon Samaritano, chino sulle ferite e la solitudine di un uomo sofferente, il Vescovo ha tracciato il profilo e lo stile del medico cattolico, chiamato a servire non solo per scelta professionale, ma anche per scelte di fede.
Mons. Cirulli, dopo il suo ingresso in Diocesi lo scorso 14 marzo, tra i numerosi incontri con sacerdoti e laici della Comunità ecclesiale locale, ha intrapreso una serie di contatti con le Associazioni diocesane per conoscerne la storia, l’impegno ma soprattutto per generare condivisione di un unico progetto pastorale in cui il contributo dell’associazionismo resta fermento e valore fondante per costruire la Chiesa, e ancor di più la Chiesa in uscita.
Nel confronto con il gruppo dei Medici presenti, il Pastore ha raccontato della sua prima vocazione, che in giovane età lo faceva studente di Medicina e Chirurgia a Napoli, all’Università Federico II, e qui laureato, prima di intraprendere gli studi teologici e una strada diversa, ma non distante perché chiamato nella Chiesa a curare, sanare, accompagnare… Esperienza, la prima, rimasta nel suo cuore, nel suo bagaglio di vita: “La strada scelta dal Signore per me mi ha reso felice, ma nel cuore porto sempre l’amore per la professione medica, permettetemi quindi di chiamarvi colleghi…”.
Al centro della riflessione, il valore della missione di medici nel contesto sociale locale davanti alle urgenze più impellenti: essere accanto agli ultimi, a quanti sacrificano il dono della vita – a volte – per l’impossibilità di accedere alle cure mediche, o anche soltanto perché privi della possibilità di contatti, di interlocutori attenti. Mons. Cirulli ha chiesto attenzione, ascolto, ma soprattutto disponibilità: a breve un piano di nuovi incontri tra il Vescovo e il gruppo, pianificherà un piano di aiuto, su base volontaria, da parte dei sanitari, per le persone bisognose.