Giovanna Corsale – Quando il professore Nicolino Lombardi decide di varcare la soglia, quello che rimaneva della soglia, della casa di Alfonsina Di Lello, nei pressi della chiesa di Santa Caterina a San Potito Sannitico, non può certo immaginare che di lì a poco quei preziosi documenti finiti tra le sue mani sarebbero diventati oggetto di un libro. Tuttavia, come spesso accade, i risultati superano le aspettative e così anche per il professore Lombardi, il quale è riuscito a fare di quelle lettere, sistemate in ordine cronologico, l’oggetto di un libro dal titolo La stanza di Emy. Dopo la versione podcast narrata dalla voce di Mela Boev, ora quella storia di amore e di guerra, di partenze e di rientri, di fede vissuta fra Italia e Argentina sono affidate anche alla carta stampata.
Sabato prossimo, 5 giugno, presso il Cotton Moovie di Piedimonte Matese, dalle 19.00, si terrà la presentazione del volume, evento patrocinato dal Comune di San Potito Sannitico e dal Centro di Educazione Ambientale ARIA. Il testo nasce dal lavoro di una squadra di narratori, composta da Angiolo Conte, Mario Cefarelli, Rita Migliaccio, Mela Boev e Jonathan Gottesmann, ognuno dei quali, in base alle proprie competenze, ha dato un contributo notevole per la stesura del libro progettato e curato dal professore Lombardi.
“Ero entrato in quell’edificio da poco acquistato dal Comune di San Potito Sannitico con la speranza di trovare oggetti per l’Esposizione Permanente delle Macchine Agricole d’Epoca“, racconta il preside Lombardi nelle Premessa del libro, e comincia da lì “l’esplorazione che ha dato vita al racconto”. Le lettere rinvenute coprono un arco di tempo lungo che va dal 1940 alla fine degli anni ’70 e che danno anima a uno spaccato importante e denso di storia contemporanea, in particolare quanto accaduto negli anni della Seconda Guerra Mondiale, del Dopoguerra e del fenomeno migratorio alla volta dell’Argentina.
Tra le pagine si ripercorrono “gioie e dolori dagli anni Quaranta agli anni Ottanta di una famiglia in qualche modo segnata dalle partenze, dai rientri e dai sacrifici dei suoi componenti”. Nei sentimenti, negli umori e nei modi di pensare che attraversano le pagine de La stanza di Emy si possono rispecchiare quelli di ogni persona, di ogni lettore che si accinge ad intrufolarsi nelle vicissitudini di Guido e Alfonsina, delle loro famiglie e di uno spaccato della “storia contemporanea del nostro paese”, ricostruita anche attraverso una carrellata di foto che ritraggono cartoline e bigliettini augurali dell’epoca.
Un racconto costruito riordinando il materiale rinvenuto, “distante dal rigore di una pubblicazione scientifica” e senza la pretesa “di trascinare il lettore sull’ingannevole terreno delle conclusioni scontate”, mosso “semplicemente dal bisogno di raccontare e riconoscersi in quei personaggi e in quei contesti.