Home Territorio Quanta acqua ci resta? Quale esito per i raccolti estivi?

Quanta acqua ci resta? Quale esito per i raccolti estivi?

In occasione della Giornata mondiale della lotta alla desertificazione e alla siccità, la riflessione si concentra sugli effetti della siccità sui raccolti agricoli. La proposta di Coldiretti, sostenuta da Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa depositi e prestiti e da alcune Università, è di costruire piccoli bacini di acqua senza cemento per l'approvvigionamento dei terreni

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Coltivazione di mais ad Alife

“L’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale”. Scrive così Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’, al punto in cui focalizza la sua attenzione sulla “Questione dell’acqua”, una problematica cogente per tutti i popoli, dal meno al più industrializzato. L’acqua è nutrimento per l’uomo e la natura, da essa dipende il benessere e il potenziale di sviluppo di ogni civiltà, influisce sulla vita di ognuno per quantità e qualità.

In occasione della Giornata mondiale della lotta alla desertificazione e alla siccità, che ricorre oggi 17 giugno, è d’uopo focalizzare lo sguardo sull’evento climatico più negativo che il Pianeta subisce, alcune zone in misura maggiore, ossia la siccità. L’analisi stilata dall’associazione Coldiretti mette in evidenza i danni che il fenomeno della siccità arreca al settore agricolo dell’Italia, terza potenza agricola europea: pur rimanendo l’Italia un Paese piovoso, con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali se ne trattiene solo l’11%”.

Per far fronte alla carenza idrica che affligge il nostro Paese, e a maggior ragione in questo momento storico di emergenza, la proposta di Coldiretti è quella di realizzare infrastrutture da bacini di accumulo, una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti”. Idea sposata da Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa depositi e prestiti, e sostenuta anche da Università, con l’obiettivo di non far mancare l’acqua a un territorio che ne ha fortemente bisogno per alimentare il proprio tessuto produttivo caratterizzato da una significativa impronta agricola.

LA PROPOSTA DI COLDIRETTI
Gigliola Alfaro – “La siccità rappresenta l’evento climatico avverso più rilevante per l’agricoltura italiana con un danno stimato in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti”. È quanto afferma la Coldiretti, in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità istituita dalla Nazioni Unite per il 17 giugno e dedicata quest’anno proprio al problema della carenza idrica.
“Nonostante i cambiamenti climatici l’Italia – sottolinea la Coldiretti – resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali se ne trattiene solo l’11%. Un lusso che non ci si può permettere in una situazione in cui con l’emergenza Covid l’acqua è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare in uno scenario globale di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti e speculazioni che spingono la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per assicurare l’alimentazione delle popolazione”.

Non a caso i prezzi dei prodotti alimentari hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da quasi dieci anni, trainati dalle quotazioni in forte aumento per oli vegetali, zucchero e cereali, secondo una analisi della Coldiretti diffusa in occasione dei dati Istat sull’inflazione a maggio sulla base dell’Indice Fao dei prezzi delle materie prime agricole dello stesso mese. “Un intervento strategico è la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, proposto dalla Coldiretti e non a caso inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) varato dal Governo Draghi”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, sottolineando che “con i bacini potremmo arrivare a trattenere il 40-50% portando risorsa idrica dove non c’è, con la possibilità di triplicare le rese e combattere il dissesto idrogeologico”.

“Il progetto ideato e poi condiviso con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa depositi e prestiti con il coinvolgimento anche di Università – spiega la Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviate e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali”.
L’idea è di “costruire” senza uso di cemento, conclude la Coldiretti, “per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”. (Fonte Agensir)

Una coltivazione di mais ad Alife

 

LA SITUAZIONE DELLE ACQUE IN CAMPANIA
Per quanto riguarda la Campania, in base all’analisi condotta dall’Associazione Anbi aggiornata al 14 giugno, si sono registrati incrementi dei livelli idrometrici e 13 diminuzioni. In particolare, il fiume Volturno è in aumento, “lungo tutto il suo corso con 5 idrometri su 7 che registrano variazioni positive. In particolare si registrano + 5 centimetri a Pietravairano, a valle della Traversa di Ailano Mortinelle e + 33 centimetri a Capua Centro, a valle della Traversa di Ponte Annibale. Questo fiume ha tutti e tre i principali valori idrometrici sopra la media del quadriennio precedente: in evidenza i dati di Amorosi (+12) e Capua (+9).

>>> Scarica il Bollettino di Anbi Campania 

 

 

 

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