Il sogno americano di Giulia Orsi si è realizzato: fin da bambina ha desiderato conoscere nuove culture, lingue diverse, tradizioni di altri Paesi. La Scuola di oggi lo permette, apre la strada a questo genere di incontri, alla possibilità di studiare fuori sede, alla opportunità di crescere con nuove visioni e letture della vita: “mi sento diversa nel modo di pensare”, dice lei perché avverte che qualcosa è già cambiato. E cosa sia cambiato, sarà la quotidianità a misurare la sua nuova maturità, la sua nuova sicurezza nell’affrontare le cose.
Lo scorso anno ha vinto una borsa di studio e in accordo con il suo Liceo, il Galileo Galilei di Piedimonte Matese, ha deciso di frequentare il IV anno di studi all’estero e conseguire il Diploma riconosciuto dal sistema scolastico degli Stati Uniti d’America.
Ma se c’è una parola portante nel percorso che ha accompagnato Giulia nella fase di scelta della sua destinazione quella è “famiglia”, e ancor meglio i valori che ogni famiglia del mondo custodisce e coltiva.
L’esperienza di studio fuori sede, scegliendo di vivere per lunghi mesi lontani da casa, per molti di questi studenti equivale a non non perdere il ritmo di vita della piccola comunità familiare. Prima di partire, infatti, Giulia e i suoi genitori Antonio e Pina, hanno stilato un profilo della candidata per permettere ad una possibile famiglia d’oltreoceano di scegliere proprio lei in base a gusti ed interessi comuni, componenti caratteriali, in modo da facilitare l’intesa, il dialogo…come di fatto deve essere in ogni famiglia.
L’identikit di Giulia è stato scelto, e lei è stata da subito ben voluta dalla famiglia Erickson, composta da mamma Dany e papà Tony e i piccoli Jase e Jessa di 7 e 5 anni.
“Una famiglia giovanissima in cui mi sono sentita subito a mio agio, amata, curata… e questo ha fatto sì che il mio soggiorno in America fosse sereno”.
Giulia è partita il 16 settembre 2020 per fare ritorno in Italia lo scorso 16 giugno. Destinazione la South Central Hig School nello stato dell’Indiana; sua base di appoggio la cittadina di Wanatah nella contea di LaPorte (a 80 km da Chicago nel vicino stato dell’Illinois).
L’abbiamo incontrata appena dopo il suo rientro; nelle sue parole tanta gratitudine per l’accoglienza ricevuta a scuola dal preside Ben Anderson, dai nuovi compagni, dai professori; ma altrettanta riconoscenza ed entusiasmo per il sistema scolastico che ha avuto modo di conoscere e inserirsi. “Ho frequentato corsi come Storia americana e inglese; chimica; biologia avanzata; fisica e trigonometria… ma con piacere anche un corso di cucina americana in cui ho potuto dare prova – con onore! – anche del valore della cucina italiana. Il corso di lingua inglese l’ha vista eccellere più degli altri”.
Facile da immaginare la giornata scolastica di Giulia, merito della tv che ormai da tempo ci ha introdotti nel mondo di armadietti colorati, campanelle, corridoi affollati di studenti, mense, ma anche lunghe chiacchierate tra amici. “E poi lo sport, che negli Stati Uniti d’America è parte fondamentale del sistema scolastico, praticato quotidianamente e con la stessa importanza di tutte le altre materie. Perché ne è riconosciuto il valore educativo, aggregante, ma anche il benessere fisico e psicologico che esso porta alla vita di ognuno. È qui, proprio nelle scuole, che inizia la carriera sportiva di tanti campioni…”.
Sport anche per Giulia, esattamente nella disciplina del Cheerleading, attività che mette insieme coreografie di ginnastica e danza sia per gareggiare sia per tifare per le squadre della Scuola, che l’ha vista cheerleader per l’anno scolastico appena trascorso in un gruppo affiatato di nuove amiche.
Ma torniamo alla famiglia, ai contatti quotidiani con quella di origine e ai legami costruiti ogni giorno con la famiglia americana condividendo con essa impegni, tempo libero, pareri, difficoltà e piccoli traguardi come quelli che Giulia ha vissuto soprattutto grazie all’esperienza scolastica, il gran ballo di fine anno e la commovente cerimonia di consegna dei diplomi. Con Dany e Tony ha conosciuto tradizioni ed usanze locali, e così loro hanno fatto nei suoi confronti, diventando ogni giorno più italiani loro e più americana lei… “Tutti, sia io che loro abbiamo compiuto lo sforzo di conoscere le nostre culture e di raccontarci le nostre vite, i nostri amici, ma soprattutto la storia dei luoghi di origine. Tutto con gran rispetto e accoglienza… Ho vissuto un tipo di scambio in cui ho provato grande libertà, proprio come avviene a casa; è lì che ho capito che il valore della famiglia è universale”.
Un legame intenso scaturito da crescente empatia e profondo rispetto destinato a durare per sempre, così come è per sempre l’esperienza americana di Giulia: la risposta è già nella programmazione di alcuni viaggi da e verso l’Italia che li vedranno nuovamente tutti insieme.
A settembre la famiglia Erickson sarà a Piedimonte Matese, ospite della famiglia Orsi: “Mostrerò loro ogni cosa del luogo dove vivo; dalle tante fontane di acqua fresca e le piccole botteghe di quartiere, immagini di una realtà che ci appartiene e che per noi non rappresenta quasi mai un patrimonio di valori, ma che invece lo è e lo riscopri quando hai la fortuna di conoscere un’altra civiltà… È allora che ritorni sul valore delle tue radici e i legami belli delle piccole comunità”.
Giulia, che ha sognato l’America e l’ha amata (e continua ad amarla) parla con orgoglio della sua terra di origine, e ancor di più di un luogo da cui proviene parte della sua famiglia di origine: “Logicamente li porterò a Letino per mostrare loro quanto sia bello, e quanto siano belle e uniche le nostre montagne… Li porterò anche a Roma e poi a Napoli perché ritornino negli Usa con il miglior ricordo di bellezze e di valori del nostro Paese”.