Festa di compleanno appena celebrata: venerdì e sabato (25 e 26 giugno) in due appuntamenti, il primo a San Paolo fuori le mura con l’intervento del cardinale Luis Antonio Tagle, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e presidente di Caritas Internationalis e il secondo nell’Aula Paolo VI con Papa Francesco, sono state ripercorse le tappe di un fruttuoso cammino e parlato al futuro, inserendo tra risultati e programmazione la difficile esperienza della pandemia in cui Caritas è stata in prima linea in una serie di interventi (che continuano ancora oggi) finalizzati a reggere nel breve e medio termine il peso della crescente povertà che si registra.
Proseguire il cammino, non smettere di percorrere le vie del mondo, fermandosi per ogni fratelli incrociato e rallentato dal passo lento della miseria e del dolore: a tal proposito Papa Francesco ha indicato tra strade da percorrere. “La prima è la via degli ultimi. È da loro che si parte, dai più fragili e indifesi (…). La carità è la misericordia che va in cerca dei più deboli, che si spinge fino alle frontiere più difficili per liberare le persone dalle schiavitù che le opprimono e renderle protagoniste della propria vita. (…) Se noi non siamo capaci di guardare negli occhi i poveri, di guardarli negli occhi, di toccarli con un abbraccio, con la mano, non faremo nulla. È con i loro occhi che occorre guardare la realtà, perché guardando gli occhi dei poveri guardiamo la realtà in un modo differente da quello che viene nella nostra mentalità.
Una seconda via irrinunciabile: la via del Vangelo (…). È lo stile dell’amore umile, concreto ma non appariscente, che si propone ma non si impone. È lo stile dell’amore gratuito, che non cerca ricompense. È lo stile della disponibilità e del servizio, a imitazione di Gesù che si è fatto nostro servo. È lo stile descritto da San Paolo, quando dice che la carità «tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1 Cor 13,7). Mi colpisce la parola tutto. Tutto. È detta a noi, a cui piace fare delle distinzioni. Tutto. La carità è inclusiva, non si occupa solo dell’aspetto materiale e nemmeno solo di quello spirituale. La salvezza di Gesù abbraccia l’uomo intero. Abbiamo bisogno di una carità dedicata allo sviluppo integrale della persona: una carità spirituale, materiale, intellettuale.
E la terza via è la via della creatività. La ricca esperienza di questi cinquant’anni non è un bagaglio di cose da ripetere; è la base su cui costruire per declinare in modo costante quella che San Giovanni Paolo II ha chiamato fantasia della carità (cfr Lett. ap. Novo millennio ineunte, 50). Non lasciatevi scoraggiare di fronte ai numeri crescenti di nuovi poveri e di nuove povertà. Ce ne sono tante e crescono! Continuate a coltivare sogni di fraternità e ad essere segni di speranza. Contro il virus del pessimismo, immunizzatevi condividendo la gioia di essere una grande famiglia. In questa atmosfera fraterna lo Spirito Santo, che è creatore e creativo, e anche poeta, suggerirà idee nuove, adatte ai tempi che viviamo”. SCARICA L’INTERVENTO INTEGRALE DEL PAPA.
Le parole del Pontefice interrogano la vita, la concretezza del Vangelo, della Parola di Dio predicata che si completa nella carità vissuta, nell’amore gratuitamente donato.
A che punto siamo? È la domanda non scritta ma sempre sollecitata dal successore di Pietro… “Non bastano i “like” per vivere: c’è bisogno di fraternità, c’è bisogno di gioia vera”.
PER APPROFONDIRE
Nell’Aula Paolo VI, gli interventi/testimonianze di Caritas. CLICCA.
Il saluto del vescovo mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, Presidente di Caritas Italiana, a Papa Francesco. CLICCA.
Il video dell’incontro. CLICCA.