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Strage di Dacca. Il Matese non dimentica la morte di Vincenzo D’Allestro in Bangladesh per mano dell’Isis

Sono trascorsi 5 anni dalla strage di Dacca in Bangladesh in cui per mano dei terroristi dell'Isis morivano 20 persone, tra cui 9 italiani

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Le date del 1 e 2 luglio 2016 restano ferme nella memoria collettiva per il dolore che provocarono all’Italia… all’Italia di lavoratori morti nell’attentato terroristico dell’Isis a Dacca, in Bangladesh.
Venti in totale le vittime. Tra esse nove italiani, quasi tutti giovani, presenti una sera a cena presso l’Holey Artisan Bakery, frequentatissimo dagli occidentali, mentre condividevano progetti, sogni e forse preoccupazioni. Vincenzo D’Allestro di Piedimonte Matese era uno di loro e quel luogo lo conosceva bene per via del mercato tessile di cui aveva fatto una soddisfacente attività commerciale.
I loro nomi: Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D’Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti.

Giornate di grigio e di stordimento nel mezzo di un’assolata estate; giornate che immergevano il Matese in una realtà (terribile) che fino a quel momento era stata solo cronaca alla tv con altri protagonisti…
Le urla sotto il dolore delle torture soltanto immaginate, in quei giorni raggiunsero tutti, accorciarono le distanze tra il lontano paese e il Matese: il terrorismo entrava violento e feroce nelle case di qui.
Una fiaccolata a Piedimonte, in attesa dei funerali; l’arrivo delle bare a Roma accolte a Ciampino dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella; poi i funerali a Piedimonte nella affollata Basilica di Santa Maria Maggiore, l’incontro tra le famiglie delle vittime e Papa Francesco: serve a ricordare (lo si ricordi nelle Scuole del Matese) che la pace è l’unica salvezza, per tutti, qualunque lingua essa parli.

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