Da questa mattina, 1 agosto 2021, l’Ufficio del Giudice di Pace di Piedimonte Matese chiude i battenti: cittadini ed avvocati del territorio, per un totale di 23 Comuni facenti capo a questo servizio, perdono un fondamentale presidio di giustizia. Non ci sono più dipendenti per poterne garantire l’apertura e quindi l’espletamento delle attività.
Non sono bastati gli appelli degli ultimi mesi da parte di un apposito Comitato mantenimento Ufficio Giudice di Pace lanciati alla Politica affinché Piedimonte Matese e tanti piccoli comuni del circondario potessero mantenere uno spazio che per circa 25 anni ha rappresentato l’affermazione di diritti e doveri di molti: le cause dei cittadini e il lavoro di tanti Avvocati.
Dopo mesi di richieste affinché con l’accordo di tutti si individuasse la strada verso il futuro, ogni richiesta sembra essere caduta nel vuoto e pochi giorni fa l’ultimo lavoratore dell’Ufficio distaccato dal Comune di Ruviano è rientrato nella sua naturale sede di lavoro; nessuna interlocuzione al momento tra il Comune di di Piedimonte Matese ente capofila tra quelli territoriali e il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere al fine di individuare soluzioni o quanto meno assumere ufficialmente la notizia della chiusura gestita tra quel dipendente, i Carabinieri di Piedimonte Matese e una rappresentanza degli Avvocati del predetto Comitato.
Risale al 2012 la Revisione delle circoscrizioni giudiziarie – Mantenimento degli uffici del Giudice di pace, un decreto legislativo che prevedeva il mantenimento degli uffici del giudice di pace soppressi, nei territori con pochi abitanti, stabilendo per gli Enti locali, anche consorziati (dunque i Comuni ed altri enti territoriali), il totale carico delle “spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, nonché del fabbisogno del personale amministrativo”.
Nel Matese con Comune capofila Piedimonte Matese il servizio ha regolarmente retto, per poi vacillare e far presagire la sua fine con la dichiarazione di dissesto finanziario dell’Ente da parte dell’Amministrazione targata “Di Lorenzo” e poi, dopo la fine dell’Amministrazione con l’arrivo del Commissariamento.
Nel dicembre 2020 il Comitato, con il presidente l’Avv. Mauro D’Isa (in foto), ha messo in campo ogni azione possibile al fine di coinvolgere la politica territoriale intorno al problema: pochi i risultati ottenuti, scarsa l’attenzione dei sindaci sul caso. Scongiurando tuttavia la chiusura già nella passata primavera, il lavoro dell’Ufficio è andato avanti negli ultimi mesi grazie al distaccamento distaccamento di un dipendente da parte della Comunità Montana del Matese guidata da Francesco Imperadore (sindaco di San Potito Sannitico) e del Comune di Ruviano guidato dal sindaco Roberto Cusano.
Da parte di tutti gli altri sindaci nessun cenno di partecipazione, né segnale di azione nei confronti di uno dei più gravi disagi che da questo momento in poi peserà sui cittadini in termini di costi e servizi perché costretti a raggiungere Santa Maria Capua Vetere per le loro cause giudiziarie con il rischio di incappare nelle note lungaggini burocratiche e forse nella resa dei propri diritti. Viene meno qualche possibilità lavorativa per tanti avvocati allorquando gli stessi cittadini decideranno di rinunciare alle piccole cause che li coinvolgono o per un ragionevole (ma non supportabile) aumentato costo dei servizi legali (ad oggi si stima che il 30-40% delle attività in corso a Piedimonte Matese non avrà continuità né soluzione negli ambienti giudiziari di Santa Maria C. V.).
L’unica eccezione in termini di proposte, che però non ha portato benefici è stata la disponibilità del Comune di Caiazzo, rappresentato dal Sindaco Stefano Giaquinto, di accogliere nel proprio territorio comunale l’Ufficio mettendo a disposizione anche personale per la gestione dei servizi (7 luglio).
Nessuna risposta, nessuna azione interlocutoria da parte del Comune di Piedimonte e del Ministero della Giustizia per la soluzione del problema. Al contempo è caduto nel vuoto anche l’ultimo appello del Comitato che ha chiesto allo stesso Comune di Caiazzo, sulla scorta della disponibilità manifestata, di trasferire nel capoluogo matesino un suo dipendente: una ragionevole soluzione per tutti e un significativo segno di collaborazione per il bene dell’intero territorio.
Politica fragile su più fronti: la necessità di reagire che il Partito democratico di Piedimonte Matese ha chiesto alla commissaria prefettizia Vicari, il mancato impegno del Consorzio di Bonifica a garantire un dipendente “promesso”, la totale assenza di autorevoli voci a difendere i diritti e i servizi di un territorio rappresentano uno dei dolori più acuti del momento in la chiusura del Giudice di Pace è solo l’ultimo dei servizi sottratti con il silenzio di molti.