06Noemi Riccitelli – Ambientazioni tropicali, leggende millenarie e peripezie tra un pericolo e l’altro, l’ultimo film Walt Disney Pictures, Jungle Cruise per la regia di Jaume Collet-Serra è al cinema dal 28 luglio e in streaming con accesso VIP sulla piattaforma Disney Plus.
Il film si ispira a una delle più famose attrazioni dei parchi a tema Disneyland, la Jungle Cruise appunto, di cui ripropone atmosfere e impressioni.
Nella Londra di inizio Novecento, poco dopo lo scoppio del Primo conflitto mondiale, la dottoressa Lily Houghton (Emily Blunt) e suo fratello McGregor (Jack Whitehall) cercano l’appoggio di una società di esploratori per avere una preziosa punta di freccia da loro custodita, che rivelerebbe la posizione del mitico albero delle lacrime di luna, nei meandri delle foreste del Sud-America.
Si tratta di un raro fiore i cui petali sarebbero in grado di curare qualsiasi malattia, ferita o annullare persino maledizioni e, per questo, fortemente voluto anche dal principe tedesco Joachim (Jesse Plemons) per avvantaggiare la sua nazione in guerra.
Dopo un abile stratagemma, Lily riesce a rubare la punta di freccia e con suo fratello parte alla volta del “Nuovo Mondo”, dove i due si imbattono in Frank (Dwayne Johnson), un furbastro e coraggioso navigatore che sarà prezioso per la ricerca delle lacrime di luna.
Il nuovo film Disney si inserisce nella tradizione delle più classiche pellicole d’avventura, di cui non è difficile riconoscere gli antesignani; la sceneggiatura, infatti, curata da Michael Green, Glenn Ficarra, John Requa, J.D. Payne, Patrick McKay, non si distingue per una trama originale e brillante.
Del resto, a partire da Emilio Salgari, il genere avventuroso che evoca luoghi lontani, pericoli, creature affascinanti e strane, tribù di stregoni, tesori nascosti ha sempre colpito e coinvolto il pubblico curioso e sognante, unendo generazioni.
Il film, infatti, ripropone suggestioni ed elementi già presenti e visti in altri film nel corso del tempo: Sandokan, Indiana Jones, Tarzan, Jumanji, fino alla più recente saga dei Pirati dei Caraibi.
L’elemento caratterizzante è l’azione: l’impronta dinamica del film è evidente sin dalla prima scena e prosegue, con momenti di tensione più o meno crescente, fino alla fine.
Le innovative tecniche di CGI (computer-generated imagery, gli effetti speciali creati digitalmente) contribuiscono a rendere vivida l’ambientazione esotica, assottigliando sempre più la linea tra immaginazione e realtà.
Nella trama, tuttavia, non manca la linea sentimentale cui Disney aggiunge, allineandosi con i tempi, un accento su tematiche socio-culturali importanti: l’orientamento sessuale e la rappresentazione del genere femminile.
Il primo tema è affrontato presentando al pubblico un personaggio dichiaratamente omosessuale, anche se la figura in questione risulta troppo tipizzata in tal senso, finendo per dare vita a un cliché che sembra dissonare con la causa di sensibilizzazione.
Invece, è già da anni che Disney propone storie, soprattutto nei film animati, che hanno come protagoniste giovani donne che vivono i loro destini affrontando le eventuali difficoltà senza il supporto di figure maschili, siano essi principi o altri aiutanti.
La dottoressa Houghton è una di queste: ostracizzata dalla comunità scientifica in quanto donna, non perde per questo fiducia nelle sue capacità e dimostra coraggio, intelletto e determinazione, tenendo testa al suo compagno maschile, Frank.
Tra il cast, Emily Blunt e Dwayne Johnson si calano alla perfezione nei panni dei due protagonisti principali: Blunt è una Lily sicura di sé e pronta a tutto, che in questo sembra quasi riproporre il piglio sbarazzino della sua Mary Poppins, che ha interpretato sempre per Disney in un recente remake; Johnson, invece, conosciuto ai più come “The Rock” (ricordiamo il suo passato da campione wrestler), suscita simpatia e dimostra una certa attitudine per la macchina da presa, ma i suoi ruoli tendono ad essere un po’ uguali a sé stessi, per quanto piacevoli.
Sopra le righe, invece, il cameo di Paul Giamatti, nel ruolo del buffo impresario d’imbarcazioni Nilo.
Un intrattenimento adatto a tutti, non memorabile, ma i cui incassi fanno già presagire un possibile seguito.