Pace, testimonianza del Vangelo e unità: la festa di San Sisto I papa e martire, patrono di Alife e della Diocesi di Alife-Caiazzo termina con questa consegna.
Il vescovo, S. E. Mons. Giacomo Cirulli ha condiviso per la prima volta con la Chiesa locale la festa del Santo Patrono, celebrando l’Eucarestia il 10 agosto e l’11, giorno del solenne Pontificale, e pregato il Patrono chiedendo per tutti i credenti della Chiesa locale il dono della fedeltà al Vangelo.
L’appuntamento della vigilia è stato alla Cappella di San Sisto fuori le mura dove tradizionalmente giunge la processione dei fedeli con il busto del Patrono (quest’anno sospesa a causa del Covid), lì dove arrivarono nel 1131 (1132?) le reliquie trasportate direttamente da Roma. Il secondo momento celebrativo, ieri mattina, è stato nella Cattedrale con i sacerdoti della Diocesi di Alife-Caiazzo, una rappresentanza del clero della Diocesi di Teano-Calvi, i diaconi delle due Chiese, numerosi seminaristi e i fedeli. Presenti il sindaco di Alife Maria Luisa Di Tommaso e il Sindaco di Alatri Giuseppe Morini (la città del Lazio condivide la devozione a San Sisto). Con i primi cittadini, i corpi delle Polizie municipali e alcuni consiglieri comunali di entrambe le Città.
Il primo incontro del Vescovo con la storia di San Sisto e degli alifani si è costruito sulla parola di Dio che si proclama in occasione di questa festa diocesana: l’intervento di Dio nella storia degli uomini, il suo amore appassionato che puntualmente torna a riunire il popolo disperso, diviso, in conflitto… e l’esperienza di Gesù che ama e chiede di amare come lui ha fatto affidando a Pietro il suo gregge…
La testimonianza di San Sisto, pastore e guida, si pone a metà strada tra quella antica storia e quella di oggi in cui sempre prevalgono, per le fragilità umane, il conflitto e la maldicenza; essa è monito per i ministri di Dio chiamati ad accompagnare i battezzati e a guidarli nel cammino di fede donando tutto di sé; ma è anche invito per tutti i credenti a specchiarsi nella testimonianza dei migliori…dei santi, quindi a scegliere la strada del Vangelo.
L’unità e la pace che Dio sogna e realizza per il suo popolo, attraverso i profeti che Egli manda sono veri anche oggi: “Carissimi fratelli e sorelle, carissimi fratelli nel sacerdozio, miei collaboratori nell’annunciare la Buona Notizia e amministrare la salvezza che Gesù ci ha guadagnato sulla croce e risorgendo dai morti, pace a voi. Il Signore è questa la parola che mi ha messo nella mente nel cuore: pace a voi”, sono le parole con cui Mons. Cirulli ha salutato l’intera comunità diocesana.
Parole di reazione, di svolta, di dolcezza alle “recriminazioni, attacchi e presunte difese” frutto di quella “fragilità umana che accompagna da sempre la storia del mondo” e la vita di tutti e che “ancora oggi rappresenta l’esperienza del popolo di Dio”: il Vescovo ha parlato ai sacerdoti e ai fedeli chiedendo a tutti di costruire la pace nei luoghi di vita quotidiani, negli spazi in cui ognuno è chiamato a vivere e tessere relazioni… perchè “noi non possiamo essere attori di guerra, mai. Noi siamo chiamati ad altro. Nel momento in cui siamo in conflitto l’uno con l’altro stiamo tradendo il Vangelo, stiamo tradendo Gesù Cristo, stiamo andando contro la missione che ci è stata affidata…”.
È la figura di San Sisto tra i primi successori di Pietro, che risponde con la testimonianza a queste fragilità e si pone come modello: egli, con la sua vita donata per Gesù, richiama lo stile del vero credente, colui che coraggiosamente risponde alla domanda di Cristo “mi ami tu più di costoro?” come avviene per Pietro nel Vangelo di questa festa. Sisto è uno di quelli che senza indugio, come ha sottolineato il Vescovo, avendo chiaro il proprio progetto di vita, scelgono di dire sì alla proposta “pasci le mie pecore”.
“Chi si sente amato da Gesù è chiamato a dare una risposta subito, vede il progetto chiaro davanti a sé: annunciare la buona notizia nella comunità degli uomini”. E lì dove si costruisce la pace vi è gioia.
Un mandato che da Pietro a Sisto, ai Pastori di oggi si ripete… “e non vi sono strade alternative se non l’unica scelta di essere testimoni credibili”. Già nella messa vigilare della festa il Vescovo si è soffermato sull’impegno di ciascun pastore a rendere concreto e tangibile l’amore di Dio per gli uomini attraverso segni concreti di attenzione, premura, gesti che educano i comportamenti e l’annuncio della Parola che educa la coscienza.
Ha concluso la sua omelia Mons. Cirulli, nel giorno della festa più attesa in Città, affidando la storia tutta umana di conflitti, fragilità, sogni di pace e di sane relazioni al suo patrono San Sisto. Lo ha pregato ed invocato come intercessore, ma anche fratello, amico, compagno di viaggio…
Caro San Sisto, è la prima volta che sono qui. Sto conoscendo il tuo legame con questa popolazione e con la Diocesi. l’ho capito, è importante…
A te che sei stato Papa, prego oggi per la prima volta: fa’ che possiamo essere veri e seri uomini di pace e di riconciliazione. Di questo ha bisogno il mondo, non ha bisogno di altro.
Nei pensieri, nelle parole, nei fatti, insegnaci a portare perdono sempre e dovunque.
Ti affido il Papa, un tuo successore; te lo affido perché guidato dallo Spirito annuncia sempre e solo il Vangelo, e non vuole altro. Dagli la costanza e la forza nel martirio quotidiano che sta vivendo.
Ti affido i Vescovi chiamati ad annunciare la pace e la misericordia di Dio, Tu sai com’è difficile in questo mondo.
E ti affido in particolare questa Diocesi: noi ci affidiamo a te, alla tua intercessione; prega per noi.
Il mondo sta cambiando, facci degni di vivere questo meraviglioso momento della storia della umanità dandoci la comprensione. Noi lo sappiamo che per fare questo bisogna stare con Gesù, guidati dallo Spirito Santo, quindi dacci la forza di stare più che mai attaccati alla Buona Notizia; dacci da forza di stare attaccati più che mai al Signore Gesù e a quelli che lui ha scelto per guidare in questo momento, questa epoca che cambia.
Il dono di pace e di unità invocato dal Vescovo è un segno che già si compie; la misericordia di Dio verso il suo popolo, di cui Mons. Cirulli invita continuamente a riconoscere i segni, già si realizza; è pane e speranza per le Chiese di Alife-Caiazzo e Teano-Calvi: ieri, al termine del solenne Pontificale infatti, il Vescovo ha voluto condividere la notizia che sono ormai 25 i giovani in cammino verso il sacerdozio (la maggior parte di essi appartiene alla Diocesi di Teano-Calvi) e che entro il prossimo anno ci saranno 5 ordinazioni diaconali (e una di diaconato permanente) e un’ordinazione presbiterale.