I legumi di Valle Agricola, tra i migliori per qualità nutritive diventano oggetto di studio in ambito universitario e finiscono all’attenzione del mondo scientifico.
Si tratta di lenticchie, ceci e cicerchie, presentate in tutta la loro complessità nel saggio I legumi di Valle Agricola. Colture di un paese dell’Alto Casertano a cura di Nicola Landi, Sara Ragucci e Antimo Di Maro, i primi due ricercatori presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali e Farmaceutiche (gruppo di Chimica biologica) della Università della Campania “Luigi Vanvitelli” (il dott. Landi è di Valle Agricola), e l’ultimo docente universitario presso lo stesso dipartimento.
Sarà presentato domani (venerdì 13 agosto) alle 17.30 presso la Fontana di San Nicandro, all’aperto, nel pieno rispetto delle norme anticovid.
Al tavolo dei relatori, oltre agli autori, interverranno Rocco Landi, sindaco di Valle Agricola; Costantino Leuci responsabile Condotta Slow Food Matese; Beniamino Rega, vicesindaco; Giovanni Ciorlano, avvocato; don Salvatore Di Chello, parroco. Modererà gli interventi Giulia Moscatiello, responsabile di attività di promozione territoriale a Valle.
Al centro della ricerca confluita nel libro, ma prima ancora in altre pubblicazioni scientifiche ci sono i legumi di Valle per le loro caratteristiche biochimico-nutrizionali oggi particolarmente ricercati da chi sceglie una cucina diversa, più sana, equilibrata, legata a produzioni autoctone che ancora nei loro semi conservano il meglio di proprietà organolettiche mancanti e carenti nelle gran parte dei cibi frutto di produzioni intensive che finiscono sulle tavole degli italiani.
Valle Agricola un tempo produceva lenticchie e ceci in quantitativi necessari e sufficienti alla economia locale; l’abbandono di tale pratica è coinciso con il collasso economico degli ultimi venti anni e il crescente fenomeno dell’emigrazione…
Oggi la ricerca scientifica, di sicurezza alimentare, di benessere, di rilancio dei territori e delle economie locali rappresenta il nuovo motore anche per luoghi come Valle Agricola dove i primi risultati e la spinta a riprendere “ciò che è nostro” è venuta dagli stessi abitanti, dai giovani del luogo che invece di emigrare hanno scelto di restare, di studiare, di aiutare le loro famiglie a rialzare la testa e rimettere in gioco il meglio che quella terra ha saputo dare per anni.
Questa volta essere piccoli è tutto un vantaggio: “per fortuna, i territori dell’Alto Casertano non sono adatti alle metodiche di un’agricoltura intensiva – si legge nella prefazione al libro – rivelandosi preziosi serbatoi di biodiversità agronomica, utili a preservare varietà lovali con caratteristiche organolettiche uniche, ricercate dai moderni consumatori, interessati ai prodotti salubri e naturali, che fanno solitamente parte del paniere della dieta mediterranea”.
Gli appezzamenti di terra dei valligiani, disegnati tra boschi, valli, colline, per quanto impervi e difficili, oggi come ieri si confermano un potenziale e un luogo di ritorno: il passato è il nuovo futuro.
Il libro che sarà presentato domani, oltre ad essere frutto di ricerche scientifiche è già da subito un omaggio alla tradizione locale, perchè gli autori hanno voluto inserire nelle ultime pagine le ricette antiche mediante l’utilizzo di lenticchie, ceci e cicerchie, raccontate direttamente dagli anziani.