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Michele Malatesta, che amava il prossimo come se stesso. Domenica 15 agosto una messa in suo suffragio

Domenica 15 agosto 2021 alle 11.00, presso la basilica di san Domenico Maggiore in Napoli una massa in suffragio di Michele Malatesta. Ad organizzarla un gruppo di amici che di lui hanno accolto la più grande eredità: amare, condividere, accogliere

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Damiano Simoncelli* – Domenica 15 agosto 2021 alle 11.00, presso la basilica di san Domenico Maggiore in Napoli, verrà celebrata una Santa Messa in suffragio della cara anima del professor Michele Malatesta, nativo di Piedimonte Matese e deceduto l’11 dicembre 2018.
La sua diocesi di origine, negli scorsi anni, ha avuto il merito di tenerne viva la memoria, così come gli amici di lunga e di recente data; nondimeno, approfitto con gratitudine dello spazio concessomi da Clarus per inserirmi in questa catena di memoria e carità, da appartenente all’ultima delle categorie citate.

Non sono un amico di lunga data del Professore, né ho avuto la fortuna di averlo come docente all’Università; ebbi invece modo di incontrarlo nel 2011 agli annuali corsi della Cattedra Sciacca a Bocca di Magra (SP), dove partecipava come relatore. Ne nacque un rapporto amicale alimentato da diverse frequentazioni nella sua casa romana di piazza Albania e da parecchi scambi per via telefonica ed email (simpaticamente minacciò me, giovane studente di triennale, di non rispondermi più alle mail qualora avessi seguitato a usare con lui la forma di cortesia).

Sono convinto che i rapporti umani siano terreno sacro, e molto di quanto condiviso con Michele resterà perciò custodito nella mia memoria; mi limito qui a evidenziare, fra i tanti, due brevissimi aspetti per cui mi è stato maestro e può continuare a esserlo per molti.

Anzitutto, Malatesta era uomo di letture di prima mano dei testi filosofici: credeva che la filosofia non fosse questione di sunti manualistici e mi colpiva sempre la sua precisione nella considerazione degli ipsissima verba di tale o talaltro pensatore. La lezione che mi diede fu quella di non evitare le lotte corpo a corpo con i grandi della storia della filosofia: se possibile, inoltre, di farlo in lingua originale – rimanevo sempre estasiato dalle sue citazioni a memoria di passaggi in latino di Agostino, di Tommaso, di Spinoza.

In secondo luogo, Michele era uomo di relazioni, nel senso autentico dell’espressione: io, da trentino trapiantato a Genova, non credo che ciò fosse soltanto questione di spirito partenopeo, quanto piuttosto di profonda coscienza delle altissime esigenze del duplice comando dell’amore. Amava Dio, Malatesta, e amava il prossimo suo come se stesso. Mi donava sempre qualche minuto al telefono o una bella mail in occasione del mio onomastico; mi sentivo trattato con l’affetto di un nipote ogniqualvolta andavo a trovarlo a Roma.

Credo che il Professore abbia tracciato un solco rivoluzionario per tutti noi: insegnandoci ad andare alle fonti, senza paura, ricercando spassionatamente la verità, e mostrandoci la consistenza di una certa grammatica dell’amare. Sta a noi, ora, e alla nostra responsabilità, rimanervici, ciascuno con la propria fisionomia.
E ne verrà un mondo migliore.

*Università “Ca’ Foscari” di Venezia – Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, sezione del Seminario Arcivescovile di Genova

 

A Marzo 2019 la Diocesi di Alife-Caiazzo ha dedicato un momento di ricordo e di riflessione a Michele Malatesta, originario di Piedimonte Matese

Piedimonte Matese. Michele Malatesta, una vita per la Verità

 

 

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