Home Chiesa e Diocesi Letino saluta don Domenico. “Grazie per essere stato testimone, faro, riferimento, pastore”

Letino saluta don Domenico. “Grazie per essere stato testimone, faro, riferimento, pastore”

La parrocchia di San Giovanni Battista di Letino, il piccolo comune del Matese in quota 961 metri, ha salutato don Domenico Iannotta dopo 47 anni di servizio pastorale. "La tua Fede, vissuta con forza e decisione, ogni giorno, in ogni celebrazione Eucaristica, nonostante le difficoltà e l’età, è sempre la stessa", parole di gratitudine da parte di tutti

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È stata una festa di famiglia ieri sera a Letino; un momento tra fratelli “senza età” dove grandi e piccoli sono parte di un’unica, bella e antica storia tenuta salda negli ultimi 47 anni anche dall’azione pastorale di don Domenico Iannotta, il parroco che ha salutato la comunità…
Azione Cattolica, Consiglio pastorale, Schola cantorum, Consiglio comunale, Pro Loco e comunità civile tra cui alcune donne con l’abito tipico, le sorelle Suor Rita, Maria e Ornella: tutti presenti.

 Gesù Cristo, il senso di ogni cosa 
“Resta con voi, ma lascia l’impegno diretto…” ha spiegato il vescovo S. E. Mons. Giacomo Cirulli che ha presieduto la Messa in Piazza della Repubblica, celebrando insieme ad alcuni sacerdoti diocesani, allo stesso don Domenico e a don Salvatore Di Chello, che in questi mesi accompagna il cammino della Parrocchia, e ad altri preti provenienti dalla limitrofa Diocesi di Isernia-Venafro per il legame di amicizia e di stima con l’anziano sacerdote.

La piccola piazza del paese matesino, luogo simbolo di eventi storici, sociali, politici, culturali ieri sera, come già altre volte, è stata luogo di preghiera e di festa per don Domenico, ma soprattutto per il “grazie a Dio” che ha disegnato la sua storia sacerdotale e la vita donata per la comunità affidatagli.

“Quello che dà senso a tutto ciò che facciamo e vogliamo è il Signore Gesù. Per Lui don Domenico è stato annunciatore del Vangelo e dispensatore di sacramenti (…) ma anche grande formatore ed educatore; profondo conoscitore delle novità del Concilio Vaticano II e suo promotore ha camminato nella Chiesa con fedeltà e zelo…”, così il Vescovo tratteggiando l’anziano sacerdote.

 Identità del sacerdote: essere prima di fare 
Una storia che cambia quella della Comunità di Letino: in essa, dove vita sociale e parrocchiale si incontrano da sempre talvolta fondendosi, don Domenico Iannotta è stato “testimone, faro, riferimento, pastore…” come descritto da Fausto Perrone a nome del Consiglio Pastorale e dell’intera comunità nelle parole rivolte al parroco.
Parole sincere, parole vere, frutto di un cammino di condivisione umana e spirituale: un vero e proprio manifesto dell’identità sacerdotale che don Domenico Iannotta ha scritto con la sua testimonianza quotidiana.
E se a Letino ieri sera le hanno dedicate a lui, vuole dire che don Domenico si è guadagnano con la vita, tali credibilità e affetto.
Sono state espressioni che non hanno celebrato la cronaca di 47 anni di impegno, ma la vita sacerdotale, quella che ogni prete meriterebbe di veder così descritta dai suoi fedeli al termine della sua missione tra la gente: “Ma cosa fa un prete? (…) Ad una domanda, in apparenza così banale, la risposta è tutt’altro che scontata, perché ci sarebbero da dire davvero tante cose. Il punto non è, lasciami passare l’espressione, “occuparsi delle cose religiose”, in quanto ne uscirebbe un ritratto del don Abbondio manzoniano; il punto è concentrarsi sulla persona del sacerdote. E tutti quelli che ti hanno conosciuto sanno bene che la tua vita è stata dedita a tante, troppe cose. Ecco, allora, che celebrare l’Eucarestia, proclamare la Parola di Dio, amministrare i Sacramenti, occuparsi della Catechesi, ascoltare le famiglie, incoraggiare e dedicarsi ai giovani, lenire le sofferenze degli ammalati, portare conforto ai bisognosi, pregare per le vocazioni (ne abbiamo avuta una, dopo cento anni, durante la tua permanenza in 53 anni a Letino), come tu hai fatto, assume una dimensione più concreta, più umana, che rende viva ed importante la figura del sacerdote….”.
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Gioie e dolori, incomprensioni e fatiche nella piccola comunità di Letino in cammino, superate insieme perché uniti nella fede. Non solo un modo di dire ma un’esperienza che si traduce nella devozione a Santa Maria del Castello venerata come Regina del Matese. Anche a questo ha educato e formato don Domenico rinsaldando nella popolazione locale un’antica tradizione e trasformandola in un più maturo percorso di fede e spiritualità mariana.

 Il valore del prete in un tempo che cambia 
È una comunità viva quella di Letino, che come tante piccole realtà italiane, fa i conti con il fenomeno dell’emigrazione e di un progressivo spopolamento, la carenza di lavoro e talvolta la mancata creatività nel realizzarlo in loco; ma anche con la crescente novità di una emigrazione di ritorno: sono i “paesani”, sono i turisti d’occasione, sono le persone che scelgono un luogo migliore per la propria vita. I letinesi sono lì accoglienti e disponibili, pronti a vivere e resistere in questa sfida dei tempi nuovi, ma chiedono sostegno e conforto, vicinanza ai giovani e agli anziani, nelle scelte quotidiane, quelle delle giornate nevose e fredde che si susseguono per lunghi mesi, e quelle felici e straordinarie che riportano vita in paese; chiedono i letinesi, una guida spirituale in questo percorso di cambiamento: l’appello accorato della Parrocchia (all’inizio della Messa nelle parole di Laura Ferritto, presidente parrocchiale di Azione Cattolica) e del sindaco Pasquale Orsi al termine della celebrazione consegnato al cuore del Vescovo Giacomo esprimendo tutto il bisogno di paternità che si riconosce nella figura del sacerdote.

Al termine della Messa, saluti riconoscenti e affettuosi oltre che dal sindaco di Letino, anche dai primi cittadini di Gallo Matese Antonella Delli Carpini e Valle Agricola Rocco Landi con alcuni rappresentanti di quelle comunità; la prima per essere a capo di una comunità che seppur in altra Diocesi (Isernia-Venafro), confinando con Letino ha goduto del servizio pastorale di don Domenico ogni volta che è stato necessario; il secondo, Landi, per essere a capo del paese di nascita dell’anziano sacerdote. Presente anche il Comandante dei Carabinieri Luigi Germani a capo della Stazione di Fontegreca.

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