Noemi Riccitelli – Dopo la presentazione all’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma 2020, L’ombra delle spie (The Courier) di Dominic Cooke è andato in onda in prima visione su Sky Cinema lo scorso 30 agosto ed è ora disponibile nella programmazione del network, così come sulla piattaforma Now del gruppo Sky.
Il film, con protagonista l’attore britannico Benedict Cumberbatch, si ispira alla storia vera del commesso viaggiatore inglese Greville Wynne, ingaggiato come spia dal governo inglese per svolgere una delicata attività segreta in Russia.
La Guerra Fredda scuote i solo apparenti, brillanti anni ’60 in Europa e nel mondo.
Uomini e donne lavorano incessantemente affinché gli equilibri tra il blocco occidentale e il blocco sovietico non degenerino, ma le due parti, tra minacce e promesse, sembrano accingersi a uno scontro nucleare. La crisi missilistica di Cuba è alle porte.
In questo contesto, due uomini, il già citato Greville Wynne (Benedict Cumberbatch) e Oleg Penkowsky (Merab Ninidze), alto funzionario del Partito Comunista, preoccupato e forse deluso dagli intenti del suo governo, tramite un costante e rischioso lavoro sotto copertura, mettono a repentaglio la loro vita per una causa superiore.
Il film appartiene alla categoria delle più classiche spy story e thriller storici: il contesto della Guerra Fredda ha, infatti, ispirato nel corso del tempo molteplici soggetti cinematografici e gli avvezzi a questo genere non avranno fatto a meno di pensare al più recente Il ponte delle spie di Steven Spielberg, anch’esso tratto da una storia vera.
Il regista Cooke, tuttavia, non imposta immediatamente la storia su un piano d’azione: allo spettatore vengono mostrati i due protagonisti nei loro diversi contesti di appartenenza e, a poco a poco, ne vengono rivelate personalità e modi di fare, fino al loro incontro.
Incontro che sancisce non solo una tenace collaborazione, ma soprattutto un intenso rapporto di stima e rispetto reciproco.
Se nella prima parte il film tiene il ritmo della suspense e della tensione tipiche del genere, trasmettendo adrenalina e vigore, nella seconda parte, invece, il tono della narrazione si fa intenso e drammatico, con una riflessione sofferente e dura.
In questo senso, le interpretazioni dei due attori protagonisti sono ineccepibili e commoventi, ma quella che più colpisce, rimanendo impressa, anche per la trasformazione fisica che l’attore ha intrapreso, è quella di Cumberbatch, che conferma la sua fine dote artistica.
L’ombra delle spie, nel complesso, è un film curato ed elegante, ma il suo valore non sta tanto nella narrazione di una delle tante storie nella Storia, per quanto nobili e coraggiose, quanto nel suscitare una riflessione sinceramente amara sull’etica umana, sui paradossi di due opposte fazioni, promotrici di principi di giustizia e verità, issate come vessilli, ma alla fine relegate a mere coperture di interessi particolari e immorali.
Quando il film termina, si ha la sensazione di aver guardato una bella storia educativa e appassionata, ma il disagio e l’amarezza appena citata, resta, a ripensarci: il film ha centrato il suo obiettivo morale, ha mosso ciò che prima della visione non si sarebbe pensato di credere.