Dopo la tappa a Budapest di ieri per la conclusione del Congresso eucaristico internazionale (occasione di incontro con il presidente Orban), Papa Francesco da stamattina entra nel vivo del suo viaggio apostolico che fino al 15 lo vedrà in Slovacchia.
Accolto ieri dalla presidente della Repubblica Zuzana Caputova e con la quale ha avuto subito occasione di dialogo, presso la sede della Nunziatura apostolica ha svolto un ecumenico e uno privato con i membri della Compagnia di Gesù. Stamattina l’incontro ufficiale con la Presidente e poi con il corpo diplomatico presente in Slovacchia. Nell’occasione parole che proiettano il giovane Paese in avanti, “senza recriminare sul passato”.
“I santi Cirillo e Metodio hanno inoltre mostrato che custodire il bene non significa ripetere il passato, ma aprirsi alla novità senza sradicarsi”. Le parole di Francesco alle autorità rendendo omaggio alla storia slovacca: “La vostra storia annovera tanti scrittori, poeti e uomini di cultura che sono stati il sale del Paese. E come il sale brucia sulle ferite, così le loro vite sono spesso passate attraverso il crogiuolo della sofferenza”.
“Quante personalità illustri sono state rinchiuse in carcere, rimanendo libere dentro e offrendo esempi fulgidi di coraggio, coerenza e resistenza all’ingiustizia!”, il riferimento alla storia di persecuzioni del Paese, che ha bisogno “soprattutto di perdono”: “Questo è il sale della vostra terra”.
“La pandemia, invece, è la prova del nostro tempo”, ha osservato Francesco: “Essa ci ha insegnato quanto è facile, pur nella stessa situazione, disgregarsi e pensare solo a sé stessi. Ripartiamo invece dal riconoscimento che siamo tutti fragili e bisognosi degli altri. Nessuno può isolarsi, come singoli e come nazioni”.
“Accogliamo questa crisi come un appello a ripensare i nostri stili di vita”, l’esortazione sulla scorta della Fratelli tutti: “Non serve recriminare sul passato, occorre rimboccarsi le maniche per costruire insieme il futuro. Vi auguro di farlo con lo sguardo rivolto verso l’alto, come quando guardate ai vostri splendidi monti Tatra. Lì, tra i boschi e le vette che puntano al cielo, Dio sembra più vicino e il creato si rivela come la casa intatta che nei secoli ha ospitato tante generazioni. I vostri monti collegano in un’unica catena cime e paesaggi variegati, e travalicano i confini del Paese per congiungere nella bellezza popoli diversi. Coltivate questa bellezza, la bellezza dell’insieme. Ciò richiede pazienza e fatica, coraggio e condivisione, slancio e creatività. Ma è l’opera umana che il Cielo benedice. Dio vi benedica, Dio benedica questa terra”.
In questi minuti è in corso l’incontro con la Chiesa slovacca nella cattedrale di San Martino a Bratislava.