Home Curiosità Alvignano saluta Leopoldo. Quei legami che solo in un paese…

Alvignano saluta Leopoldo. Quei legami che solo in un paese…

Presenza storica quella di Leopoldo in occasione della festa di San Ferdinando. Uno dei volti a cui, nelle piccoli comunità, si riconducono fatti, affetti, valori che fanno bene

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Chiedete alla gente di paese cosa siano i legami ed essa vi risponderà con qualche racconto, con dei fatti spesso inediti che riconducono a volti, alle storie di uomini e donne importanti ma non per i titoli, bensì per i valori che hanno insegnato…

I legami diventano così carne ed ossa toccando la vita di molti, si inseriscono nella storia personale di tanti per quel bene che hanno lasciato e ricordano che a sentirsi fratelli ci vuole poco.

Chiedetelo in paese, chiedetelo nei piccoli quartieri dove nella vita di ognuno si innesta quella di un altro ed è subito condivisione, scontro, pettegolezzo; e poi di nuovo incontro, ma anche pensare e costruire insieme. Sì, proprio in paese dove non ci si pensa mai da soli ma in tanti, dove subire un giudizio fa male perché tra le strette mura del luogo risuona più forte il grido di una maldicenza, ma risuona altrettanto potente il grido di festa e di affetto quando vince il bene, quando si fa insieme del bene.

Paese “uguale” comunità, bel binomio quando si sa riconoscere, anche tra le difficoltà, che stare insieme è il valore di una vita.
Lunga premessa al fatto di cronaca, uno come tanti: una morte.
Alvignano già questa notte, ha saputo che Leopoldo Di Paolo è morto.

Leopoldo non una persona qualunque ma l’uomo che a San Ferdinando (patrono del paese) arrivava puntuale e non come un devoto qualunque.
I più anziani ricordano la sua nascita proprio lì ad Alvignano in quella circostanza festosa perché i suoi genitori, come lui, erano parte della comunità come i tanti “bancarellari” che giungevano; ma loro i più attesi degli altri, perché sia per i festeggiamenti di giugno che di luglio facevano la grazia agli alvignanesi di portare la migliore granita al limone che nel caldo torrido dell’estate poteva sanare chiunque, con pochi soldi.
Era nato lì dove ancora oggi (fino al 2019 prima che il Covid interrompesse la tradizione popolare delle feste) sostava con il suo banco profumato… e una targa in bella mostra, dono del Comitato festeggiamenti con la dedica già a suo padre “A Raffaele Di Paolo sempre con noi dal 1932”.

Presenza storica, la sua, all’ingresso di Piazza Monumento, come a dare il benvenuto a chi vi accede prima di entrare in chiesa dove è custodito il busto del santo e le reliquie; un banco di piccole dimensioni, limoni in mostra, acqua zuccherata e aromatizzata riversata un po’ ovunque a fine giornata quale segno di un lavoro intenso e ininterrotto; file di persone: di fronte a lui quei giovani poi diventati adulti con i figli in braccio e poi cresciuti anch’essi. Reperibile tutto il giorno, e non solo negli orari serali di maggior affollamento  perché il bene di una granita non si nega a nessuno, soprattutto alla controra e soprattutto nella comunità dove – per caso – sei venuto al mondo, all’ombra di un santo.

Ecco cosa sia un legame di paese: avere avuto un fratello in più perché un evento, un santo, una devozione, un lavoro lo hanno portato lì a tessere cordiali relazioni, anche affettive e ad essere di esempio nel lavoro: un uomo di poche parole ma cordiale, sempre presente come a sentire su di sé il peso morale della riuscita della festa nel suo paese…

Storie che si raccontano solo lì dove voltando lo sguardo, o appena udendo una voce, sai di essere a casa. Storie di paese che l’Italia ancora custodisce e sono il “misuratore” della bontà dei luoghi.
Si dice che il nuovo PIL sia anche un calcolo sul benessere delle comunità, e allora teniamoci il primato che viene dalla ricchezza…dei valori.

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