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Alife / Madonna della Grazia. “Maria ci dice di non strappare le pagine di Vangelo ma di trattenerle tutte”, il vescovo Mons. Giacomo Cirulli

In occasione del novenario alla Madonna della Grazia, una delle feste più attese nella piana alifana, il vescovo di Alife-Caiazzo S. E. Mons. Giacomo Cirulli ha presieduto la Santa Messa nell'area esterna del Santuario dedicato alla Vergine

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“Maria, che è la discepola più grande, ci dice di non strappare le pagine del Vangelo trattenendo per noi quelle più comode, ma di accoglierle tutte perchè Gesù è via, verità e vita”. Le parole del Vescovo S. E. Mons. Giacomo Cirulli nella Messa che ha presieduto giovedì sera presso il Santuario della Madonna della Grazia in Alife dove sono in corso i festeggiamenti in onore della Vergine che si concluderanno domenica 19 settembre.

L’impegno a tenere quelle pagine di Vangelo, senza escluderne nessuna, è impegno “amministrare la grazia di Dio”, così come ha fatto Maria, di essere cioè “custodi della vita che non muore mai e appartiene al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo ed è indirizzata a tutti gli uomini perché la volontà di Dio è che tutti gli uomini siano salvi: ogni popolo, nazione, tribù, etnia…”.

Contro gli stereotipi, contro il giudizio meschino che divide gli uomini, contro le parole che dividono e riducono l’uomo peccatore ad essere solo uno scarto ed un emarginato: così Mons. Cirulli ha dato voce al Vangelo del giorno dove la peccatrice perdonata diventa non solo modello di umanità rinata ma banco di prova per coloro che oggi si definiscono cristiani, credenti, praticanti…
“E noi come faremmo? Cosa diremmo se ci trovassimo di fronte a Gesù che accoglie quella donna?  Come ci comporteremmo se un nostro fratello, un sacerdote, una persona accogliesse accanto a sé un peccatore? Il nostro giudizio sarebbe severo e discriminatorio come spesso accade (…) Giudichiamo perché non abbiamo il cuore grande”, così il Vescovo ai fedeli.

Un limite umano, che scaturisce dall’abitudine di riscrivere secondo le esigenze puramente personali pagine di Vangelo che invece non necessitano di ulteriori filtri.
Il rischio, ha evidenziato il Mons. Cirulli, “è quello di farci un Dio a nostra immagine e somiglianza, mentre dovrebbe essere il contrario poiché siamo noi figli ad essere stati creati a sua immagine e somiglianza…e a dover riflettere nella vita la sua misericordia, la sua grandezza nell’amore”.
Invito all’accoglienza e al perdono  “del peccatore che si pente davanti a Dio”, e dunque ad essere testimoni del più grande miracolo, “la vittoria sulla morte e la vita eterna, il segno per il quale noi crediamo!”.

Ad accogliere Mons. Cirulli, don Emilio Di Muccio rettore del Santuario che durante i giorni del novenario ha guidato la comunità in preghiera con la collaborazione di don Pietro Robbio, diacono della Diocesi di Teano-Calvi, invitato per la meditazione della Parola di Dio nelle Celebrazioni.
Nell’occasione, parole di ringraziamento per questo giovane in cammino verso il sacerdozio e per i sacerdoti presenti nell’occasione e in altre serate: don Pasquale Rubino, parroco di Santa Maria Assunta-Cattedrale, don Antonio Sasso, Don Alfonso De Balsi e i collaboratori del servizio liturgico, e il Comitato festeggiamenti che cura non solo l’organizzazione della festa ma durante tutto l’anno si occupa delle esigenze del Santuario e dei fedeli in sinergia con il Rettore.

Un santuario fuori dalle mura romane della città Alife è quello della Madonna della Grazia, edificato in campagna dove gli ampi spazi, le vedute e la quiete accolgono la presenza dei fedeli e la preghiera trova silenzio intorno a sé.
Un luogo che chiede a quanti si mettono in cammino verso la Madre Maria, di farsi veramente pellegrini, di dare vita ad un vero e proprio cammino interiore spogliandosi della zavorra di ogni peccato, scegliendo l’essenziale da portare nel cuore, “Metafora del nostro cammino verso il cielo, del nostro peregrinare che ha in Dio il suo traguardo e come compagna di viaggio Maria”, così ha concluso il Pastore unendo alla riflessione anche il ricordo della spiritualità mariana coltivata fin da bambino e poi da giovane e da sacerdote, per il legame con un luogo dedicato alla Vergine tanto caro al popolo della sua terra natìa, segno che l’abbandono fiducioso in Lei, in ogni terra, muove gli uomini, li mette sulla strada dell’incontro con Cristo e con il suo messaggio di salvezza.

La festa terminerà domenica sera (19 settembre) con la solenne Celebrazione eucaristica delle 18.30 presieduta dal Vicario generale Mons. Alfonso Caso. 

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