Giovanna Corsale – Ogni anno, il 13 ottobre, il dolore legato al ricordo dei martiri dell’Eccidio di Monte Carmignano si riaccende negli animi dei caiatini. Ciò che accadde nei pressi del casolare ubicato nella frazione San Giovanni e Paolo sulle colline caiatine, in quella giornata autunnale del 1943, è presenza endemica nella storia di Caiazzo e oggi ricordo vivo più che mai nella memoria singola e collettiva, unendo giovani, adulti e anziani. Il 13 ottobre 1943 era sera quando 22 persone civili, tra uomini, donne e bambini, furono trucidati dalle fucilate del commando nazista Wehrmacht, guidato dal giovane sottotenente Wolfgang Lehnigk-Emden: pochi istanti e fu la fine per tanti innocenti.
L’idea di rendere al casolare un aspetto degno, mediante lavori di recupero dell’edificio, già sposata dalle precedenti amministrazioni, rientra nei progetti dell’attuale compagine guidata dal sindaco Stefano Giaquinto da mettere in atto quanto prima.
Per il 78° anniversario della Strage di Monte Carmignano tutta la comunità di Caiazzo si è ritrovata questa mattina presso il cimitero comunale, insieme al primo cittadino Giaquinto, al parroco della Concattedrale don Antonio Di Lorenzo, al Maresciallo dei Carabinieri Michele Fioraio per partecipare alla messa e alla deposizione della corona di alloro sul Sacrario dei Martiri.
Erano presenti ad onorare i martiri civili caiatini, il sindaco di Liberi Antonio Diana in rappresentanza della Provincia di Caserta, i sindaci di Castel Campagnano Gennaro Marcuccio, di Castel Morrone Cristofaro Villano, di Piana di Monte Verna Stefano Lombardi; le associazioni Familiari vittime Monte Carmignano; Monte Carmignano per l’Europa; Gli amici di Ochtendung; Associazione Combattenti e Reduci (sezione locale); Associazione Nazionale Carabinieri (sezione locale); Associazione Storica del Caiatino; e poi cittadini e rappresenza del mondo scolastico.
La commemorazione proseguirà nel pomeriggio, alle 16.00, presso la Masseria Albanese in località Monte Carmignano, dove verrà deposta una corona di alloro sul luogo della strage.
Per approfondire sulla Strage di Monte Carmignano
Per circa mezzo secolo il massacro nazista è rimasto taciuto e solo nel 1988, a seguito di fortuite circostanze e dell’iniziativa di un coraggioso ricercatore italoamericano, la Procura di Santa Maria Capua Vetere aprì un procedimento penale per scoprirne movente e autori. Il processo si concluse nel 1994 con la condanna all’ergastolo di due dei responsabili: resta l’unica sentenza in Italia da parte di una Corte d’Assise, e non di un Tribunale militare, di condanna di criminali nazisti. A raccontare una vicenda storica e giudiziaria davvero agghiacciante e coinvolgente è il pubblico ministero che ebbe un ruolo determinante nel processo. La sua è una testimonianza fondamentale per il recupero della memoria dello spietato episodio, ma anche una riflessione sulla giustizia e sulle logiche della ragion di Stato che portarono Alleati e autorità italiane a insabbiare la vicenda. (Tratto da mursia.com).
Il racconto dettagliato del tragico accaduto e del processo che ne conseguì si deve al procuratore Paolo Albano, procuratore della Repubblica di Isernia in collaborazione col giornalista Antimo Della Valle.
Comunque dovrei farvi notare che non avete fatto il nome del ricercatore: Joseph Agnone