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Le difficoltà della vita: una foto come questa in ogni casa o dietro la scrivania di ogni “potente” della Terra

Il papà è senza una gamba, persa a causa di una bomba caduta in una città della Siria. L’uomo alza tra le braccia il piccolo figlio, Mustafà, nato senza arti inferiori e superiori.

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Paolo Bustaffa – La foto mostra Munzir, un padre mutilato che regge con gioia il suo bambino Mustafà. Il papà è senza una gamba, persa a causa di una bomba caduta in una città della Siria. L’uomo alza tra le braccia il piccolo figlio, Mustafà, che è purtroppo nato senza arti inferiori e superiori perché mamma Zeinab aveva probabilmente assunto farmaci contro il gas nervino usato nel conflitto siriano. Entrambi si sorridono. La foto era su tutti i giornali nei giorni scorsi.

L’immagine “Hardship of Life” (La difficoltà della vita) mette a diretto contatto la tragedia e la speranza. Avvicina due esperienze umane senza nulla togliere al peso dell’una e alla leggerezza dell’altra. Non si ferma dunque a una premiazione, tocca la coscienza di chi guarda con l’invito a non togliere il pensiero sulle conseguenze della guerra e nello stesso tempo a immergersi nella luce che passa negli occhi sorridenti di un padre e di un figlio.

L’arte diventa maestra di vita nel narrare attraverso anche una sola istantanea la fatica di vivere di molti altri padri, madri e figli dimenticate vittime di violenze, ingiustizie e di indifferenze. L’arte compie il suo percorso consegnando un’opera a una mostra e affidando la continuità del percorso a chi è davanti all’opera. I quadri di un’esposizione di umanità e di disumanità, tra i quali c’è la foto di Aslan, diventano una provocazione che inquieta e non suscita solo una scossa di emotività. L’arte visiva e figurativa può vero diventare uno strumento di auto-formazione e di dialogo con la storia dell’uomo e del mondo.

La foto è un’immagine ferma ma lascia ben intendere un movimento verso l’alto, papà Munzir alza il piccolo Mustafà da terra e lo porta all’altezza dei suoi occhi. Mamma Zeinab non appare ma l’arte lascia magistralmente intuire presenze-assenze, lascia anche pensare che i tre guardino ancora più in alto.

Grazie ai media lo scatto di Aslan ha girato il mondo. Forse, come altri, non sarebbe fuori posto accanto alle bandiere nelle sale dove si incontrano i grandi della terra per parlare del futuro del pianeta. Il risveglio della coscienza non riguarda però solo loro, anche nelle case, cioè nelle persone di ogni età che le abitano, dovrebbe esserci una mostra permanente di queste immagini.

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