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Strappare lungo i bordi: ZeroCalcare racconta una generazione tra verve e sentimenti

Dal 17 novembre è disponibile su Netflix il nuovo lavoro di Michele Rech

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Noemi RiccitelliPresentata alla Festa del Cinema di Roma, prodotta da Movimenti Production con BAO Publishing, Strappare lungo i bordi, la serie animata ideata, scritta e diretta dal fumettista italiano Michele Rech, in arte ZeroCalcare, è disponibile dal 17 novembre su Netflix.
ZeroCalcare, tuttavia, non è nuovo agli schermi: infatti, nel 2018 è uscito il film La profezia dell’armadillo, ispirato all’omonimo libro a fumetti dello stesso Rech, e nel corso del 2020 l’artista ha realizzato una serie di corti sul tema della pandemia per la trasmissione Propaganda live su LA7.
La serie, in sei episodi di 15/20 minuti circa ciascuno, è un prodotto godibile, irriverente sì, ma profondamente umano.

Zero, Sarah e Secco (cui presta la voce lo stesso ZeroCalcare) sono amici di infanzia.
Insieme, durante la crescita, hanno vissuto momenti di allegria e di sconforto e, ora, sempre uniti, si preparano ad affrontare un viaggio molto delicato.
Accanto a Zero, tuttavia, c’è anche la sua inseparabile coscienza, che assume le fattezze di un vispo, caustico, ma brillante armadillo (il cui doppiaggio è curato dall’attore Valerio Mastandrea).

Chi non conosce bene ZeroCalcare e il suo stile, potrebbe far fatica a comprendere e ad avvicinarsi al suo mondo e personaggi: slang romanesco, turpiloquio (ma chi non lo utilizza!), cinismo misto a ironia.
È la voce di una giovane generazione di contrasti, quella che sogna e desidera, ma anche quella che si trova a dover fare i conti con una realtà che, il più delle volte, è scoraggiante e dura.
Zero, appunto, l’alter ego animato di Michele Rech, raccontando la sua storia, non fa che dare voce allo sfaccettato mondo interiore di tanti: la sua è una visione complice, senza giudizio, abbraccia le paranoie, le illusioni, ma anche le piccole-grandi gioie di chi guarda.
Lo spettatore, infatti, si lascia coinvolgere dal racconto, riconoscendosi in questa e quell’altra battuta, alternando una risata e una lacrima: «Pensavamo che la vita funzionasse così, strappando i bordi piano piano, seguendo la linea tratteggiata cui eravamo destinati e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere.»

Proprio così: infatti, Strappare lungo i bordi, non è soltanto un personale, ironico flusso di coscienza, ma anche una riflessione umana e toccante su un tema particolarmente importante: la vita, l’esistenza umana, per la quale non sono necessari verità assolute inopportune e, probabilmente, neanche spiegazioni, come l’epilogo della serie suggerisce.
Nell’affrontare ciò, la scrittura di Michele Rech si mostra delicata, ma anche incisiva nell’affermazione del pensiero dell’autore.

La narrazione si svolge tra passato e presente, snodandosi tra riferimenti ad eventi socio-politici ben chiari (il G8 di Genova, le stragi della mafia…) e citazioni cinematografiche che arricchiscono il racconto della vicenda personale del protagonista.
La colonna sonora, firmata da Giancane (Giancarlo Barbati), avvolge ogni fotogramma con passione, unendo anche pezzi iconici della musica internazionale e italiana (Band of horses, Billy Idol, Tiziano Ferro, Manu Chao, Ron).
Infine, una menzione particolare va fatta anche alla grafica, il cui contributo non è solo di ZeroCalcare stesso, ma di un team di talentuosi giovani artisti, come lo stesso Rech ci tiene a sottolineare.

Dunque, un’ispirazione particolare che si fa universale, un lavoro corale ricco di verve, ma capace di un’intimità commovente.
Consigliato senza riserve anche ai più maturi.

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