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Tick Tick… BOOM!: l’omaggio spettacolare di Lin-Manuel Miranda a Jonathan Larson

Il musical con protagonista Andrew Garfield è disponibile su Netflix dal 19 novembre

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Noemi Riccitelli – Il ticchettio dell’orologio nel silenzio dei momenti di ispirazione: l’ansia del tempo che scorre, il desiderio ardente del palcoscenico, il dubbio di non essere abbastanza, l’arte sentita così profondamente, come vita stessa.
Tick Tick… BOOM, prima prova alla regia del drammaturgo, attore e compositore Lin-Manuel Miranda, è la trasposizione cinematografica dell’omonimo musical autobiografico di Jonathan Larson, autore della più nota opera musicale Rent; scomparso prematuramente all’età di 35 anni, proprio il giorno prima che Rent stesso, il suo più grande successo (premiato con quattro Tony Award e un Pulitzer), debuttasse a Broadway, nel 1996.
Il film, prodotto tra gli altri da Ron Howard e dallo stesso Lin-Manuel Miranda, è disponibile su Netflix dal 19 novembre scorso.

New York, anni ’90. Alla vigilia dei suoi 30 anni, il giovane Jonathan (Andrew Garfield) sente tutto il peso e la responsabilità di dare una concreta direzione alla sua vita professionale.
Aspirante artista, autore di tesi teatrali, Jonathan sta lavorando da circa otto anni al musical “Superbia”, al quale tuttavia non riesce a dare una definizione.
Nel frattempo, per mantenersi, lavora in un diner, alternando momenti di condivisione con i suoi affetti, anch’essi giovani divisi tra le loro reali aspirazioni e le necessità di una vita dura cui resistere. Tra questi, l’amico di infanzia Michael (Robin de Jesús) e la sua fidanzata Susan (Alexandra Shipp).

La storia di Jonathan Larson delinea una sorte beffarda, ma una vita a suo modo unica e straordinaria.
Come già sottolineato, Larson non è mai riuscito a vedere concretamente i risultati del suo strenuo lavoro: una passione spasmodica che lo ha sempre animato, una sensibilità che gli ha permesso di trasformare anche i momenti più demotivanti in occasioni di creatività e di possibilità.
La regia di Lin-Manuel Miranda, creatore lui stesso di alcuni musical più noti di Broadway, come Hamilton e In the Heights, conoscendo bene l’impegno profuso nella realizzazione di opere di questo tipo, si sofferma proprio sul percorso di Larson, sul processo creativo del musical, sulla sua personalità poliedrica, mostrando allo spettatore il protagonista attraverso due piani che si incrociano.
Quello in cui Larson stesso, durante la sua performance del musical Tick Tick BOOM, racconta la genesi dell’opera e le vicissitudini per arrivare fin lì, e poi le scene che mostrano a poco a poco tutte queste fasi.

Trattandosi di un musical, la colonna sonora riveste un ruolo primario, portante: il film di Miranda conserva le canzoni originali dell’opera, scritte e interpretate da Larson, che riempiono la scena con tutti i sentimenti di cui le parole sono intrise: da 30/90 a Louder than Words, lo spettatore è estasiato e coinvolto fino all’ultima nota.
Menzione particolare va alla performance di Sunday, ambientata al Moondance Diner, dove Jonathan lavora come cameriere e nella quale compaiono diverse star della scena di Broadway: Reneé Elise Goldsberry e Phillipa Soo, protagoniste del musical Hamilton, così come Bebe Neuwirth e Brian Stokes Mitchell, Adam Pascal, Daphne Rubin Vega e Wilson Jermaine Heredia.

Andrew Garfield non si lascia intimidire tra tutte queste presenze, ma offre un’interpretazione unica e brillante: dà corpo e voce (e che voce!) ad un Larson dalle mille sfaccettature, come solo un giovane nel turbine dei suoi sogni e nel vortice delle paure può essere.
Gli altri membri del cast affiancano il protagonista parimenti in modo egregio: oltre ai già citati, vanno menzionati anche Vanessa Hudgens (avvezza al musical sin dal suo esordio con High School Musical) e Joshua Henry, entrambi dalle doti canore notevoli, che accompagnano spesso Garfield nell’esecuzione dei brani.

Jonathan Larson era una persona particolarmente empatica: non a caso, molti dei testi delle sue canzoni affrontano temi importanti e delicati per la giovane generazione degli anni ’90 cui apparteneva, specie nel contesto della cultura americana in cui era cresciuto.
La necessità di cambiamento, di seguire ideali giusti, l’incertezza del futuro e la volontà di vivere al meglio la propria vita.
Un tema delicato, che nel musical viene sottolineato spesso, è quello dell’AIDS: negli anni ‘90 tanti ragazzi e ragazze si ammalavano e morivano a causa del virus invasivo.
Larson vede morire amici di sempre e soffre, percependo maggiormente il peso del tempo che scorre e della necessità di aggrapparsi alla vita con forza.

Tick Tick … BOOM è un musical appassionante e struggente: chi conosce la storia di Larson non può non apprezzare l’ottimo lavoro del regista e degli interpreti tutti, in grado di cogliere lo spirito di questo artista tolto alla vita troppo presto; coloro che, invece, guardando il film, si avvicinano alla storia di Larson per la prima volta, restano ammaliati e cantano a squarciagola insieme a lui, felici di averlo scoperto.

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