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A boy called Christmas: elfi, paesaggi innevati e magia. Una fiaba natalizia per tutti gli amanti del genere

Un cast di stelle british per il classico di Natale firmato Netflix, disponibile dal 26 novembre

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Noemi Riccitelli – È il momento più bello dell’anno, afferma una celebre canzone e sì, in effetti, nel periodo di Natale si è tutti inebriati dal fascino di questa festa.
Tra le immancabili tradizioni del momento ci sono anche i film natalizi: dal romantico, alla commedia, all’avventura, esistono i classici di riferimento per intere generazioni, quelle pellicole di cui si conoscono a memoria le battute, senza le quali l’atmosfera non sarebbe la stessa.
Ogni anno, tuttavia, per accontentare il bisogno di magia e spensieratezza del pubblico, il settore audiovisivo tende a proporre nuovi prodotti di questo genere.
Così, dal 26 novembre è disponibile su Netflix A boy called Christmas, per la regia di Gil Kenan (sceneggiatore del recentissimo Ghostbusters: Legacy), tratto dall’omonima fiaba per bambini dello scrittore inglese Matt Haig.

Durante la Vigilia di Natale in una Londra contemporanea, la prozia Ruth (Maggie Smith) viene chiamata all’ultimo minuto per badare ai suoi tre nipoti, da poco orfani della madre, perché il loro papà, Matt (Joel Fry), ha avuto un’emergenza al lavoro. La famiglia, a causa della grave perdita, ha deciso di non festeggiare il Natale.
Tuttavia, la zia Ruth racconta ai fratelli una storia della buona notte che riguarda proprio le origini del Natale: è la vicenda di Nikolas (Henry Lawfull) che vive in una baita nei boschi della Finlandia con il padre Joel (Michiel Huisman), un taglialegna.
Un giorno, il re (Jim Broadbent) chiede ai suoi sudditi di riportare nel regno la speranza e il padre di Joel decide di partire in una spedizione verso Elfhelm, la mitica città degli elfi, storici depositari di gioia e magia.
Nikolas viene affidato alle cure della zia Carlotta (Kristen Wiig), la quale si mostra crudele e senza cuore. Così, Nikolas, con l’aiuto del suo piccolo amico Miika (un topolino, la cui voce è di Stephen Merchant) decide di scappare e raggiungere il padre.

Il film si distingue per un’atmosfera incantata, frutto del dettaglio e della cura di un insieme di elementi, dalla colonna sonora di Dario Marianelli (Premio Oscar alla migliore colonna sonora per il film Espiazione di Joe Wright) all’ambientazione del production designer Gary Williamson, che caratterizzano ed infondono quel tocco unico di cui film come questi hanno bisogno.
La sceneggiatura (di Ol Parker e Gil Kenan stesso) riprendendo la storia della fiaba di Haig è intrisa dei classici temi che qualificano un racconto di Natale, ma un aspetto particolarmente realistico su cui ci si sofferma è quello della perdita, del sacrificio.
Il messaggio della storia è quello di reagire e di continuare a credere che qualcosa di straordinario sia sempre possibile, abbracciando quando necessario anche il dolore e lasciare che diventi motore per generare positività e bellezza.

A boy called Christmas si avvale di un cast brillante, tutto british, che riesce a dare smalto anche a delle figure tipizzate, già note in questo genere di racconto.
Tra tutti, Maggie Smith, voce narrante della storia, nonostante l’apparenza di donna schietta e concreta, si fa interprete del cuore del Natale e della fiaba stessa: infondere speranza anche nei momenti che sembrano più tristi.
Menzione va fatta anche al giovane protagonista, Henry Lawfull, i cui tratti sbarazzini e ingenui incorniciano un personaggio coraggioso e, forse, anche fin troppo maturo nell’affrontare gli avvenimenti cui si trova innanzi.

Nel complesso, il film è una tradizionale storia natalizia, una carezza per tutte le età, che conforta e anima in un periodo in cui anche lo spettatore più cinico è alla ricerca di calore e serenità.

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