Un nuovo sì che risuona nella Chiesa: è quello di Salvatore Siano della Diocesi di Teano-Calvi in cammino sulla via del sacerdozio.
Nella festa dell’Immacolata il vescovo Mons. Giacomo Cirulli l’ha ordinato diacono e voluto che questo momento di gioia fosse anche per la Diocesi di Alife-Caiazzo chiamata a condividere la preghiera e la celebrazione: le due Chiese dell’Alto Casertano che da quasi un anno camminano insieme con l’unico Pastore, condividono ormai momenti celebrativi, formativi, spirituali.
Presenti alla Messa la famiglia di Salvatore, gli amici di studio del Seminario interregionale di Posillipo, i suoi formatori, amici e collaboratori delle parrocchie in cui ha prestato e presta servizio pastorale.
La solennità della Immacolata concezione di Maria è stato punto di partenza e di arrivo per l’omelia del Pastore: le sue parole un continuo richiamo al sì della Vergine che a Nazareth permetteva a Dio di entrare nella Storia del mondo come uomo e di cambiarla e all’eccomi del giovane seminarista chiamato anch’egli ad essere strumento perché Dio trovi ancora posto tra gli uomini e ad essi porti il dono della sua presenza attraverso la Parola, i Sacramenti, i segni dati da compiere ai suoi missionari.
Il Mistero accolto da Maria diventa quotidiana apertura della presenza di Dio in Lei fino alla nascita di Gesù di cui gli evangelisti raccontano l’estrema normalità con poche parole: “È il nostro sì quotidiano a fare la differenza; è nelle cose di tutti i giorni che si compiono la chiamata e la missione di ognuno; giorno dopo giorno si è servi! Con gli occhi sempre aperti, con il cuore sempre pronto, con la mente sempre viva ad accogliere la parola del Signore”.
Il Vescovo ha anticipato nell’omelia le parole che del rito della ordinazione diaconale: gli impegni dell’eletto e la preghiera di ordinazione sono stati ripresi e approfonditi da Mons. Cirulli per sottolineare al giovane Salvatore, ai sacerdoti presenti e ai fedeli il valore di questo sì e l’orizzonte di questo impegno (“Non so se noi siamo capaci sempre e comunque, noi ordinati di cogliere l’opera di Dio nel nostro tram tram di abitudini”) che “ti chiama a servizio del popolo cristiano, non di te stesso e al lavoro per la realizzazione del progetto di Dio. Nella salvezza di tutti, ha aggiunto Mons. Cirulli, ci sarà anche la tua” per dire il servizio del diacono nell’unica Chiesa, tra gli uomini, senza protagonismi, senza prima fila per colui che ha risposto sì. L’unica prospettiva per l’uomo chiamato da Dio è il Popolo di Dio.
In quell’eccomi c’è anche la responsabilità a costruire la storia più grande della Chiesa. La domanda Prometti a me e ai miei successori filiale rispetto e obbedienza? che Mons. Cirulli prima del rito ha ricordato al suo Accolito è il richiamo alla consapevolezza di essere chiamati per un progetto più grande degli uomini stessi…
“Caro Salvatore ma non devi aver paura! Apriti all’azione della grazia dello Spirito; sii servo, servo del popolo e di tutta l’umanità come è stato Gesù servo (…)”, Mons. Cirulli ha poi concluso: “Lo Spirito che inizia oggi questa opera possa portarla a compimento con la tua fedeltà”.