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Il Cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa a Roma, incontra i preti di Teano-Calvi e Alife-Caiazzo

Momento di preghiera e riflessione per i sacerdoti, i religiosi e i diaconi delle Diocesi di Teano-Calvi e di Alife-Caiazzo, con il vescovo S.E. Mons. Giacomo Cirulli in occasione del consueto ritiro spirituale

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Momento di preghiera e riflessione per i sacerdoti, i religiosi e i diaconi delle Diocesi di Teano-Calvi e di Alife-Caiazzo, con il vescovo S.E. Mons. Giacomo Cirulli, in occasione del consueto ritiro spirituale presso la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Vairano Scalo. Appuntamento che in questo tempo, ormai prossimo al Natale, si carica di maggiore attesa e raccoglimento intorno al Mistero di Dio che si è fatto uomo per gli uomini.
 
Dopo la preghiera dell’Ora Media e i saluti del Vescovo, la riflessione guidata da S. Eminenza il Card. Angelo De Donatis, Vicario di Sua Santità per la città di Roma che volentieri ha accettato l’invito di Mons. Cirulli ad essere presente.
 
Dal Libro dell’Esodo – ripercorrendo la storia della salvezza, dell’incontro eterno tra Dio e il suo popolo, il Cardinale ha scelto tre verbi e consegnati alla meditazione personale di ciascuno in questo tempo forte dell’anno liturgico: “saper riconoscere” i segni, la voce, la presenza; “interpretare” noi stessi e la realtà in cui siamo immersi che non è mera analisi statistica o soltanto sociologica della realtà, ma alla luce dei contenuti del percorso sinodale che la Chiesa sta vivendo, è “entrare nello sguardo con cui Dio guarda le cose”, cioè “discernere” secondo lo Spirito Santo, interrogare la Parola di Dio e in essa scorgere la strada. Il “saper riconoscere” che il Card. De Donatis ha appena “consegnato” ai nostri sacerdoti è un impegno riferito riferito al tempo presente, alla situazione in cui siamo immersi e coinvolti come Chiesa, alla realtà in cui siamo chiamati ad annunciare il Vangelo; è riconoscere se stessi nella realtà, nella vita che si abita (condizione necessaria anche perché il cammino sinodale sia autentico e vissuto con protagonismo). Il terzo verbo è “scegliere” secondo la volontà di Dio evitando il rischio di impadronirci della volontà di Dio mettendolo a margine del suo stesso progetto, considerandolo quasi un estraneo rispetto alla vita che lui ci ha donato. In questo cammino allora scegliere vuol significare purificare la nostra volontà per far sì che in noi sia lo Spirito ad operare le scelte…
 
Al termine di questa condivisione tra Sacra scrittura e vita, l’adorazione eucaristica.

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