“A mano a mano ti accorgi che il vento
Ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso
La bella stagione che sta per finire
Ti soffia sul cuore e ti ruba l’amoreA mano a mano si scioglie nel pianto
Quel dolce ricordo sbiadito dal tempo
Di quando vivevi con me in una stanza
Non c’erano soldi ma tanta speranza…”Rino Gaetano
di Concetta Riccio
“Eravamo giovani, belli e innamorati”, sorridono sarcasticamente entrambi, quando Gianni pronuncia queste parole nel presentarmi la loro storia.
Anna e Gianni sono insieme da venti anni, la loro è una storia romantica: si sono desiderati, spostati quindici anni fa e dalla loro unione sono nati tre figli. Sono qui perché qualcuno li aiuti a tornare innamorati, perché loro non devono lasciarsi, non possono.
Questa opzione non è nemmeno sfiorata nel lungo discorso che mi fanno, c’è bisogno praticamente di una “magia” che riesca a scaldare di nuovo i loro cuori. Peccato che io non sono una fata e la realtà è tutt’altra cosa.
In un Consultorio Diocesano spesso si presentano coppie che vogliono separarsi e la funzione di noi operatori è anche quella di mostrare loro strade alternative, tentativi, percorsi; Gianni e Anna, invece, ho capito immediatamente essere l’esatto contrario di tutto ciò con cui mi confronto solitamente, forzano gli eventi, resistono ad essi come in una delle più simpatiche commedie napoletane, si, perché loro ci mettono anche del sarcasmo (poco sano) nell’affrontare il loro dramma: non si amano più! La loro è stata una corsa libera che purtroppo ha perso per strada pezzi importanti. Non sanno dirmi da quanto tempo hanno smesso di amarsi, si sono concentrati molto sulle apparenze, una casa bellissima, entrambi hanno coltivato una professione brillante, tre figli di cui sanno descrivere solo i pregi, amicizie interessanti…e poi c’è la polvere sotto il tappeto, i tradimenti, l’insoddisfazione di coppia, gli attacchi di panico di lei e l’abuso di alcuni farmaci da parte di lui, già… fingere che sia tutto a posto comporta anche questo, imbattersi nelle contraddizioni in cui ingabbiamo il nostro corpo e la nostra mente. Fondamentalmente vuole dire ‘ammalarsi’. Ovviamente non è mancato da parte mio un discorso sull’educazione ai sentimenti che stanno passando ai loro figli, la grave responsabilità di allenare i figli ad una farsa e non all’amore sincero in tutte le sue sfaccettature.
Purtroppo stavolta non vi racconterò di un lieto fine, o almeno non ancora. Certo ho subito proposto ad entrambi di iniziare un percorso individuale ma nessuno di loro due è ancora pronto a rinunciare alle abitudini, alla quotidianità familiare, alle cene di Natale con i parenti, ai compleanni, a tutte quelle formalità che fondamentalmente li stanno rendendo prigionieri di loro stessi.
Saluto questa coppia con l’invito a rivederci tra qualche mese, dopo che il percorso individuale di entrambi sarà decollato, con una provocazione: chissà che a farvi ritrovare non sia proprio il coraggio di lasciarvi!