Noemi Riccitelli – È notizia di questi ultimi giorni: uscito in sala il 15 dicembre, Spider-Man No Way Home ha raggiunto il miliardo di dollari di incassi, conquistando anche un posto nella classifica tra i migliori film dell’anno.
Il film è una delle note produzioni del MCU (Marvel Cinematic Universe), realtà cinematografica che attinge a sua volta dalla casa editrice Marvel Comics, la culla degli storici fumetti con protagonisti gli iconici supereroi creati dal fumettista ed editore Stan Lee: il già citato Spider-Man, I Fantastici Quattro, Hulk, Captain America fino ad arrivare agli Avengers.
Spider-Man No Way Home è il capitolo conclusivo della più recente trilogia dedicata all’Uomo Ragno, i cui due film precedenti (Spider-Man Homecoming e Spider-Man Far From Home) sono stati diretti da Jon Watts, regista anche in quest’ultima pellicola, con protagonista il giovane attore Tom Holland.
Dopo che la sua identità è stata rivelata a tutti, la vita di Peter Parker (Tom Holland) non sembra cambiare in meglio. I media gli sono alle calcagna, a scuola i compagni si dividono tra ammiratori e detrattori e, inevitabilmente, questo segreto svelato rende la vita complicata anche ai suoi affetti più intimi: la zia-tutrice May (Marisa Tomei), il migliore amico Ned (Jacob Batalon), la fidanzata MJ (Zendaya) si ritrovano a subire le ripercussioni della notizia.
Peter decide, così, di chiedere aiuto a Doctor Strange (Benedict Cumberbatch), in grado di controllare i flussi temporali e, forse, annullare la scoperta della sua identità, ma i piani non vanno come desiderato.
L’attesa (ben studiata dai produttori stessi) di cui è stato circondato questo film è stata febbricitante, a tratti spasmodica, costellata di rumors e anticipazioni rubate, fino alla pubblicazione dei trailer che hanno effettivamente dissipato dubbi, ma reso ancor più aguzza la curiosità dei fan.
Infatti, nonostante negli ultimi anni il mondo Marvel abbia proposto agli spettatori molteplici personaggi e trame avvincenti in cui, spesso, più eroi incrociano le loro esistenze e avventure, Spider-Man rimane uno dei super-eroi più amati di sempre.
La storia del ragazzo timido e impacciato che, a seguito della puntura di un ragno, acquista le peculiari abilità di un aracnide diventando un super-eroe in grado di scalare grattacieli ed emettere ragnatele che salvano vite, ha appassionato tanti giovani nel corso del tempo, che si sono immedesimati in quel Peter Parker goffo ma coraggioso, umile, ma dal cuore grande.
Venendo a Spider-Man No Way Home, si può dire che il film non ha deluso le aspettative degli appassionati, lasciando a bocca aperta anche gli annoiati avventori delle sale dell’ultima ora: se nel primo tempo la trama sembra essere sottotono, disorientante, c’è un twist che cambia il corso degli eventi: è possibile leggere di sale esplose in grida di entusiasmo, stupore e commozione.
Tuttavia, procedendo in un commento privo di anticipazioni o spoiler, ma attestandosi su materiali resi disponibili prima dell’uscita dei film, come i trailer, nel film Spider-Man/Peter Parker si ritrova ad affrontare storici nemici, quelli già visti nelle precedenti due saghe (regia di Sam Raimi e Marc Webb) dedicate al personaggio, in cui ad interpretare il super-eroe erano stati Tobey Mcguire e Andrew Garfield.
Dunque, Goblin/Norman Osborn (Willem Dafoe), Dr Octopus/Otto Octavius (Alfred Molina), Electro/Max Dillon (Jamie Foxx), Flint Marko/Uomo Sabbia (Thomas Haden Church) e Curt Connors/Lizard (Rhys Ifans) ritornano nella vita di Peter Parker, pronti a prendere definitivamente il sopravvento e a sconfiggere colui che ha sempre minato i loro piani.
La volontà di rivalsa è quindi cogente tra i cattivi, ma c’è da dire che uno tra essi si distingue, offrendo una performance unica, degna della sua precedente interpretazione nella prima saga di Raimi: Willem Dafoe.
L’attore riprende il ruolo dopo venti anni, ma mostra uno smalto non intaccato dal tempo, incarnando quella pura follia e cattiveria che caratterizza i nemici e sì, fa davvero paura.
Il personaggio riporta, così, quella sfumatura simil-horror, realmente dark che era mancata a questi ultimi capitoli.
Dall’altra parte, il protagonista Tom Holland regge in armonia il “peso” di aver rappresentato un eroe trans-generazionale, conferendo un’attitudine più leggera e briosa, tipica di un teen-ager, al personaggio.
Effetti speciali e musica (Michael Giacchino) contribuiscono alla riuscita di un film davvero spettacolare, in cui il fattore sentimentale-emotivo supera di gran lunga qualsiasi artificio cinematografico.
Dispiace non potersi soffermare di più su ulteriori dettagli, ma questo film va goduto in sala fino ai titoli di coda: tra citazioni memorabili, una piacevole vis comica, scene strappalacrime e personaggi del cuore, la Marvel punta dritto agli animi dei fan e non poteva farlo meglio.