Elisabetta Gramolini – Green pass rafforzato anche per sciare all’aperto o per salire sui mezzi pubblici. Alla fine il governo ha deciso: la stretta per i non vaccinati ci sarà. A partire dal 10 gennaio, scatterà l’obbligo di vaccino per accedere ad alberghi o impianti all’aperto. Ma non solo. Nel decreto approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri, i vaccinati che hanno già ricevuto la terza dose e asintomatici potranno evitare la quarantena in caso di contatto con un positivo. “Un compromesso finalizzato ad evitare che il Paese si blocchi”, commenta al Sir Walter Ricciardi, ordinario d’Igiene e Medicina Preventiva dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma e consigliere scientifico del ministro della Salute per la pandemia da coronavirus. Per l’esperto il green pass funziona come strumento per spingere sulla vaccinazione e andrebbe applicato in tutti i luoghi di lavoro.
Professore, la quarantena per i vaccinati asintomatici che hanno avuto un contatto con un positivo è stata eliminata. È una misura corretta?
È un compromesso finalizzato ad evitare che il Paese si blocchi. La misura va compensata con altre che sono state assunte solo parzialmente, mi riferisco all’obbligo del Green pass da applicare ovunque. Il Super green pass per ora è stato esteso ai trasporti ma non nei luoghi di lavoro. È chiaro che nel momento in cui abbassiamo la capacità di controllare (sebbene sia un rischio calcolato, perché sappiamo che i tre vaccini proteggono dalla malattia grave e in maniera forte anche dall’infezione) dobbiamo stare molto attenti. È un bilanciamento difficile ma c’è bisogno di incrementare il Green pass anche sui luoghi di lavoro.
Siamo vicini all’obbligo vaccinale?
No. Il Green pass è uno strumento di spinta alla vaccinazione, legato al fatto che questa variante sembra essere ancora più contagiosa della Delta. Per un non vaccinato, frequentare i luoghi pubblici significa certezza di contrarre l’infezione e di trasmissione ai soggetti con cui entra in contatto sia se non vaccinati sia se sono vaccinati con solo due dosi. C’è la necessità di limitare fortemente il virus che viaggia attraverso le persone non vaccinate. Si sta diffondendo la convinzione fra l’opinione pubblica che il tampone rapido non sia attendibile ma la corsa al molecolare rischia di ingolfare il sistema. C’è una corsa al tampone in generale. Non è un fatto negativo solo se non diventa una psicosi. La cosa importante è evitare comportamenti a rischio e tamponarsi solo se si è entrati in contatto con una persona positiva. Tutti gli altri sono tamponi psicosomatici che cercano di attenuare lo stress. È chiaro però che la capacità di fare i tamponi è limitata specie per i molecolari che hanno bisogno di solventi non sempre reperibili. La cosa importante è non attribuire il Green pass a chi ha solo il tampone antigenico. Andrebbe rilasciato solo a chi è vaccinato o è guarito.
Però fino al 10 gennaio il Green pass sarà rilasciato sulla base del tampone antigenico negativo.
Sì, l’intenzione è di dare tempo sia alle persone sia alle autorità di controllo di organizzarsi.
I due farmaci orali (Molnupiravir e Paxlovid) finora sperimentati contro il Covid-19 rappresentano una speranza?
Sì sono una speranza perché abbiamo persone che si ammalano e dobbiamo curarle al meglio. La possibilità di avere una terapia antivirale specifica contro il virus e non contro i sintomi è un grande passo avanti anche se non è risolutivo, specie per chi ha una sintomatologia grave. Allo stesso tempo, questo passo conferma la necessità della vaccinazione che allontana la malattia. Ma non solo. Anche sul piano dei costi va ricordato che ogni ciclo è di 700 euro a fronte di un vaccino che costa 15 euro. Inoltre non avremo mai pillole per guarire tutti.
Il 2022 sarà l’anno di svolta della pandemia per i vaccinati che supereranno il Covid come un semplice raffreddore?
Lo dobbiamo sperare. Probabilmente ci saranno due pandemie: quella dei non vaccinati che si ammaleranno in forma variabile e l’altra dei vaccinati che sarà più di carattere sociale. Il presidio della vaccinazione resta fondamentale, senza il vaccino questa ultima ondata avrebbe generato un numero di vittime superiore di dieci volte.
Il tempo di guarigione dalla variante Omicron è minore per i vaccinati?
Questo ancora non è noto dai dati che abbiamo.
Fonte Agensir