Home Arte e Cultura Sant’Angelo d’Alife. Nuove e qualificate ricerche sul castello di Rupecanina dell’archeologa Frisetti

Sant’Angelo d’Alife. Nuove e qualificate ricerche sul castello di Rupecanina dell’archeologa Frisetti

Il volume, Rupecanina. Storia e archeologia di un villaggio medievale in Campania, a cura della dottoressa Alessia Frisetti, raccoglie i dati degli scavi effettuati dal qualificato team dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli

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Giovanna Corsale – Quella dell’archeologo è una delle professioni più affascinanti, che fa dello studio e della ricerca meticolosa lo strumento utile per la scoperta di un passato immortalato in tracce umane, animali, vegetali e materiali che sono le manifestazioni di culture, tradizioni e modi di vivere delle comunità, condotto attraverso la sintesi tra ricerca, sapere tecnico-scientifico e studi umanistici.

Il Castello di Rupecanina
Castello di Rupecanina

Il Castello di Rupecanina, che si trova nel territorio comunale di Sant’Angelo d’Alife, è una delle tracce più emblematiche del territorio compreso nella Valle del Volturno, oggetto di diversi studi e attività di scavo, e protagonista del volume curato dalla dottoressa Alessia Frisetti, archeologa presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Si tratta del volume Rupecanina. Storia e archeologia di un villaggio medievale in Campania, il n. 26 della Collana di Studi Vulturnensi edito da Volturnia Edizioni, che raccoglie i risultati delle ricerche compiute dalla squadra di studiosi dell’Ateneo napoletano e ripercorre i dati ricavati dagli studi storici-archeologici relativi al Castello compiuti dal secolo scorso fino ai tempi più recenti.

Il mastio, le cinte murarie, le monete, i resti scheletrici, le case del villaggio, tutto racconta la vita di piccole comunità rurali e famiglie nobiliari che hanno abitato questo luogo per almeno sei secoli, modificandolo a seconda delle proprie abitudini e culture. L’intrigante storia del villaggio medievale, che nel XII secolo raggiunge il massimo della sua potenza in tutto il Mezzogiorno, è il frutto di una collaborazione tra docenti diversi dell’Ateneo, ognuno dei quali ha messo a disposizione le proprie competenze: insieme alla dottoressa Frisetti hanno contribuito alla stesura del testo Nicodemo Abate, archeologo medievista; Salvatore Chilardi, archeozoologo e paleontologo; Federica D’Angelo, archeologa medievista e dottore di ricerca; Luigi Di Cosmo, Ispettore Onorario per i Beni Culturali e Ambientali dal 1987 e Cultore della Materia per la Cattedra di Archeologia Medievale del professore Federico Marazzi; Ilaria Ebreo, archeologa medievista; Viviana Francone, archeologa medievista; Alessandro Luciano, archeologo medievista; Marcella May, archeologa medievista; Alessia Vaccariello, archeologa medievista.

Il libro, la cui presentazione, in programma per le vacanze natalizie appena trascorse ma rinviata a causa della pandemia, nasce dall’esigenza di divulgare la conoscenza di uno dei siti maggiormente scandagliati dal punto di vista archeologico e di cui si possiede una pubblicazione completa dei dati ricavati dagli scavi, cantiere didattico che tra l’altro ha garantito la formazione di tanti archeologi dell’Università campana e di altri.

 

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