Il Tribunale Amministrativo della Regione Campania ha accolto il ricorso del Governo e di alcuni Comitati contro l’ordinanza n.1/2022 della Regione Campania che stabiliva lo stop alle attività scolastiche in presenza, fino al 29 gennaio, per asili nido, materne, elementari e medie. Tra le motivazioni del TAR anche quella che la Campania non sia in zona rossa, cioè non abbia i numeri per dirsi regione seriamente a rischio.
Se il numero dei contagi in costate risalita non incide sui parametri nazionali, preoccupa invece la gestione della situazione pandemica a livello territoriale dove si continuano a verificare difficoltà di ordinaria gestione nelle farmacie per le code di quanti chiedono il tampone; negli ambulatori dei medici di base; nella attività commerciali e industriali; nei trasporti; nella scuola soprattutto.
Il problema, alla vigilia del rientro in classe, era proprio quello di non avere contezza delle assenze che si sarebbero verificate il 10 gennaio tra docenti, personali Ata e alunni… L’ordinanza di De Luca che stabiliva le lezioni scolastiche tramite la didattica a distanza (DAD) avrebbe alleggerito i disagi di un impatto con una situazione pandemica “nuova”: si è diviso il fronte della Scuola e delle famiglie, tanti pro e tanti contro; sostenitori e detrattori in tutta la Penisola. Quando il Governo ha annunciato che avrebbe fatto ricorso al TAR per fermare la Regione Campania è stato come sospendere a lungo il fiato: non per il valore di una decisione piacente o meno, ma per l’ulteriore confusione e disagio che essa avrebbe generato.
E così è stato. Un giorno in DAD e poi di nuovo in classe; ma questa volta a fermare le attività didattiche ci ha pensato qualche Sindaco a cui spetta la responsabilità della salute pubblica della propria popolazione, emanando l’ordinanza di chiusura di Scuole materne, medie ed elementari a causa dell’elevato numero di contagi registrati ora per ora.
Grazie ad insegnanti, professori, dirigenti e sindaci:
lo sforzo per migliorare la Scuola
Sul caso, alcuni giorni fa è intervenuto più volte il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e ieri sera in conferenza stampa lo stesso capo del Governo Mario Draghi: “la DAD crea disuguaglianze”. La mente corre a tanti drammi sociali scoperti proprio grazie al tempo della DAD, il primo e più difficile lockdown, quando centinaia di bambini non hanno potuto studiare perché privati di un pc o della connessione ad internet, o peggio ancora perché senza un adulto accanto che potesse seguirli in casa. È il caso di dire allora ‘La DAD e i suoi limiti!’. Per poi scoprire lentamente come la stessa DAD si sia rivelata una gran risorsa e un potenziale tecnologico ed umano in ambito scolastico, fondamentale in caso di emergenze come quella vissuta…
La Scuola italiana finalmente (purtroppo merito di una pandemia) ha preso confidenza con il beneficio dei nuovi strumenti di comunicazione; la Scuola italiana finalmente è entrata nelle case dei suoi alunni lì dove maestre, professori, Presidi hanno osato guardare meglio negli occhi per leggere il cuore dei loro ragazzi anche attraverso il monitor, educando tutti – alunni e famiglie – ad un nuovo interesse per la Scuola e ad un nuovo modo per imparare; e hanno avuto il coraggio di investire i propri risparmi (qualche eroe silenzioso ci ha rimesso di tasca propria) per coprire le esigenze di quegli alunni con disagi economici e sociali anche gravi. Quanti sindaci hanno deciso di affiancare queste piccole ma fondamentali “missioni”!
La DAD che ha generato disuguaglianze, è stata essa stesso strumento per superarle lì dove la Scuola ha messo in campo umanità, disponibilità, ascolto, pazienza, competenza, orgoglio…
Grazie a voi insegnanti, tecnici, Dirigenti che mai avete mollato perché i problemi strutturali venissero superati e con essi superata l’indifferenza dei Governi per l’universo scolastico generatore di ogni futuro. Grazie a chi per prepararsi al meglio una lezione in DAD ha lavorato di sera; grazie a chi ha risposto ad alunni e genitori al telefono a tutte le ore del giorno.
Grazie a chi dal mondo della scuola continua ad alzare la voce per spiegare di cosa ci sarebbe bisogno e di no nelle aule: aeratori per finestre (e non per forza banchi di ultimissima generazione), mascherine adeguate (quanto tempo ci vorrà per avere in classe le ffp2?), tamponi frequenti e gratuiti sempre, presìdi sanitari per le primissime emergenze…
Questo significherebbe aver imparato ancora tanto dai limiti “tutti italiani” della scuola.
Bambini e vaccini: è urgente raggiungere il maggior numero di coperture
Il calderone delle polemiche continua a bollire al ritmo di DAD sì-DAD no mentre in Italia la gran parte dei pediatri lancia l’allarme per il rischio che corrono i bambini non vaccinati (e sono troppi) o quelli affetti da Covid19 a causa delle ripercussioni gravi che anche a lunga distanza possono incidere sulla salute e sulla vita.
Questa mattina intervenendo al SIR (Servizio di Informazione Religiosa) il prof. Alberto Villani, Direttore del dipartimento di emergenza pediatrica del Bambin Gesù ha dichiarato la poca attenzione che fino ad oggi si è posta sui più piccoli: “I pediatri non hanno mai banalizzato il problema in età evolutiva. I numeri paragonati a quelli dell’adulto senz’altro sono poco importanti, ma che un bambino potesse avere problemi lo abbiamo sempre detto. Già a maggio dello scorso anno, come Bambino Gesù, abbiamo pubblicato uno studio in cui si evidenziavano casi di bambini deceduti per colpa dell’infezione. Abbiamo fin da subito cercato di far capire che la Mis-C (Multisystem inflammatory syndrome – Covid, ndr) fosse connessa alla Sars-Cov2. Molti si sono preoccupati per gli esiti improbabili del vaccino, ma non del fatto che la Mis-C, una malattia terribile, possa portare in fin di vita dei bambini, a sei-otto settimane da un’infezione silente. Siamo sempre stati molto preoccupati, perché il 7% di coloro che risultano infetti fra i bambini avranno esiti da long Covid e anche perché tutto ciò che avviene in età evolutiva ha una valenza esponenziale sull’organismo. Molto probabilmente alcune delle situazioni si manifesteranno a distanza di mesi o di anni. Vorremmo che tutti fossero preoccupati. Il danno fatto da coloro che non si vaccinano è proprio favorire la circolazione e interessare tutte le categorie (…). I bambini vanno vaccinati per proteggere loro stessi”.
Quanti alunni in classe oggi? E nei prossimi giorni?
Stamattina nelle scuole del territorio matesino e del medio Volturno si registrano numerose assenze: insegnanti positive sostituite da colleghi di plesso o di Istituto; a qualche alunno positivo e quindi giustificato ad usare la DAD si aggiunge un discreto numero di coetanei rimasti a casa per precauzione: per loro non è prevista didattica a distanza e quindi la possibilità di interfacciarsi con la classe in tempo reale, ma solo “compiti a casa” e quindi ancor meno contatti sociali, confronti, scambi.
Rischiamo di finire ancora una volta in pasto alle nostre stesse contraddizioni?