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Alife, Sant’Angelo d’Alife, Tanzania: le distanze tra Italia ed Africa si accorciano grazie alla Scuola

Partito il gemellaggio tra l'Istituto comprensivo di Alife e la St. Ursula primary and secondary School di Mweka. Ieri sono giunte dall'Africa decine di lettere; presto attività scolastiche in condivisione

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Si chiama TanzAlife Project il progetto di gemellaggio tra l’Istituto comprensivo di Alife e la St. Ursula primary and secondary School di Mweka nella provincia di Moshi in Tanzania.
Sul fronte italiano saranno protagonisti di questa iniziativa gli alunni delle classi IV e V e elementare e delle medie dei plessi scolastici di Alife e Sant’Angelo d’Alife.

Un legame fondato sui rapporti umani ancor prima che sulle prassi Istituzionali grazie ai contatti tra la Dirigente Scolastica Angela Faraone e il sacerdote don Didier Dingida originario della Tanzania, presente in più occasioni e per periodi anche prolungati nel Matese. Perché non trasformare questa amicizia in una esperienza allargata, che diventa ricchezza per molti altri soprattutto per i più giovani? E quale posto migliore se non la scuola per aprirsi alla conoscenza di mondi, culture e tradizioni lontane?

La dirigente Angela Faraone, don Didier e alcune insegnanti responsabili del Progetto

Le due Scuole, l’Istituto di Alife e la St. Ursula School hanno dialogato e lavorato affinchè il gemellaggio avesse valore istituzionale e così dato vita ad un progetto che vede già impegnati gli alunni, dall’Italia e dall’Africa, in percorsi strutturati di conoscenza reciproca per stimolare in ciascuno l’apertura verso orizzonti culturali e sociali diversi, per educare al dialogo che genera la pace, per favorire scambi che arricchiscono in termini di conoscenza e di valori. Gli obiettivi del progetto sono molteplici ed ambiziosi, destinati a rivelarsi un valore aggiunto per la vita degli studenti e i loro docenti, ma anche per le famiglie: la Scuola, come piccola società, si conferma luogo di formazione, di condivisione e di educazione verso scelte che etiche e civili.

Ieri mattina don Didier è stato ad Alife per portare il primo segno concreto dello scambio che è partito tra gli studenti: decine di lettere recapitate agli alunni italiani giunte direttamente dalla Tanzania, in lingua inglese. Non sono mail, ma lettere di foglio e inchiostro, un lavoro “dedicato” con cura e premura agli amici italiani: parole per presentarsi, per raccontare qualcosa di sé, per intraprendere un dialogo e una conoscenza destinati ad avere seguito attraverso le attività proposte in classe, e qui in Italia per contribuire a dare una visione più corretta dell’Africa facendone emergere le risorse e le potenzialità, superando il luogo comune di un Paese arretrato e povero…; poi sarà la volta dell’incontro web per vedere i volti, sentire le voci, parlare e raccontarsi meglio confermando come l’utilizzo degli strumenti della comunicazione moderna sia esperienza pratica e familiare in ambiente scolastico.

La conoscenza della lingua inglese è uno degli obiettivi del progetto ma questo non impedirà che gli alunni alifani prendano confidenza anche con la lingua swahili, ufficiale nel Paese africano, e in Africa giunga l’eco di parole italiane; a questo obiettivo si aggiunge la reciproca conoscenza di nuove culture, ma anche la consapevolezza di abitudini ed usi identici, l’educazione alla pace e alla solidarietà.

C’è il grande valore dell’amicizia dietro il progetto Tanzalife, quella che non temono i ragazzi facilitati dalla confidenza con gli strumenti di comunicazione e da una maggiore possibilità di interazione tra di loro: la distanza geografica sarà solo un dato, ma non un limite al confronto anche interpersonale e fuori dalle aule scolastiche.
Un mondo migliore, loro, sanno già come realizzarlo. Intanto grazie alla Scuola per aver segnato la rotta…

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