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Il ragazzo col bastone. Breiner David Cucamañe Lopez, il primo ambientalista ucciso nel 2022 a soli 14 anni

Crescono troppo in fretta i bambini ai quali la guerra, le diseguaglianze, la miseria hanno rubato e continuano a rubare il diritto a giocare, a sognare, a ridere, a immaginare il futuro.

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Paolo Bustaffa – “Era poco più di un bambino, ma mostrava con orgoglio il ‘bastone del comando’ della guardia indigena studentesca Kiwe Thegna, impegnata nella difesa del territorio Nasa da boscaioli e minatori abusivi, dagli squadroni della morte fascisti dediti al narcotraffico e dagli ultimi irriducibili guerriglieri. Ed è probabilmente quel bastone che è costato la vita al giovanissimo ambientalista”. Scriveva così un giornale italiano nel pubblicare la notizia dell’assassinio di Breiner David Cucamañe Lopez avvenuto il 17 gennaio in Colombia.

Quel bastone era il segno di un’autorevolezza che l’età di 14 anni aveva accresciuto facendo di quel ragazzo un simbolo scomodo.

Questo spiega perché è stato ucciso mentre con un gruppo di adulti vigilava su quella terra, sulla casa del suo popolo. È stata l’ennesima vittima in un Paese in cui, solo nel 2021, hanno perso la vita 145 attivisti.

La notizia ha richiamato all’opinione pubblica internazionale la violazione dei diritti umani e la strage di innocenti in Colombia, un Paese che, come altri in Sud America, continua a essere sfregiato dalla violenza. La notizia è stata rapidamente spinta ai bordi della cronaca da una informazione pressante sulla pandemia, sulle manovre per il Quirinale, su crisi e tensioni interne ed esterne.

Ma se tutto questo è comprensibile non è giustificabile il “girare pagina” di fronte all’assassinio di un ragazzo che lottava per la giustizia ambientale e la giustizia sociale.

“Nel suo sguardo limpido, ancora di bambino – scrive in controtendenza in prima pagina L’Osservatore Romano del 20 gennaio – si leggeva già la consapevolezza dell’adulto, dell’uomo che sa di avere delle responsabilità. Parenti e amici ricordano che amava definirsi un difensore della Madre Terra”. Crescono troppo in fretta i bambini ai quali la guerra, le diseguaglianze, la miseria hanno rubato e continuano a rubare il diritto a giocare, a sognare, a ridere, a immaginare il futuro. Davanti alla loro morte violenta nasce la domanda se essa abbia un senso, se il loro sacrificio serva a cambiare la direzione della storia. L’impressione è che spesso dopo essere stati vittime della disumanità questi ragazzi diventino vittime del “voltare la pagina” provocato da una informazione che non consente molte soste per riflettere e spinge oltre l’opinione pubblica. Certo, anche quelle dei media sono regole ma l’assassinio di un ragazzo di 14 anni in Colombia dice qualcosa che non può essere messo rapidamente da parte. La speranza non viene comunque meno, rinasce nei giovani che raccoglieranno “il bastone del comando” di Breiner David ribellandosi a scelte economiche e politiche che al pianeta stanno rubando il futuro.

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