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“Fedeli e obbedienti”, il Vescovo Mons. Cirulli nel giorno dedicato alla Vita Consacrata

Le famiglie religiose delle Diocesi di Alife-Caiazzo e Teano-Calvi hanno condiviso un momento di spiritualità nella Messa celebrata dal Vescovo Mons. Giacomo Cirulli nella Concattedrale di Caiazzo

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Fedeli e obbedienti: è il tratto distintivo delle persone che sanno attendere Dio, sanno perseverare nel loro servizio con intelligenza e pazienza. Questo è il modello che il Vescovo Mons. Giacomo Cirulli ha proposto ai consacrati che ha incontrato nella celebrazione di ieri, festa della Presentazione al Tempio in cui la Chiesa celebra la Giornata per la vita Consacrata. Si sono dati appuntamento nella Concattedrale di Caiazzo per la Santa Messa, le diverse famiglie religiose delle Diocesi di Alife-Caiazzo e Teano-Calvi, accompagnate dai due referenti diocesani, Padre Gennaro Russo ofm, e don Luca Conforto.

Il rito della accensione e benedizione delle candele ha aperto la liturgia: un momento corale, di familiarità che il Vescovo ha chiesto di coltivare attraverso il confronto e il conforto reciproco, nella conoscenza delle diverse esperienze e impegni pastorali che ogni comunità presta nei territori di provenienza. Ha chiesto presenza e impegno che “vincano ogni segnale di sfiducia” in un tempo che necessita della ricchezza che la vita religiosa dona agli uomini, “e sono tante le persone che quotidianamente incontrate, per svariati motivi: coltiviamo queste relazioni; è lì che dovete incarnare Cristo, ognuno con il proprio carisma”.

Fedeltà e obbedienza sono le esperienze delle due figure che il Vangelo di questa festa propone ai credenti: l’anziano Simeone e la profetessa Anna, “uomo e donna della speranza (…) che per tutta la vita hanno servito al tempio, senza cercare alcun protagonismo, senza attende alcun premio se non quello di avere un segno da Dio”, così il vescovo durante l’omelia, nel rileggere il Vangelo di Luca della Candelora “pervaso continuamente dalla presenza dello Spirito Santo. Ed è lo Spirito a permettere a queste due persone anziane di riconoscere e accogliere nei segni fragili e umani di un bambino la nuova presenza di Dio nel Tempio. Fino a quel momento Dio era presente nell’Arca con i segni della Legge, ora ritorna in mezzo al suo popolo per prendervi possesso definitivamente, concedendo a due anziani custodi della tradizione, il segno della nuova alleanza, nel figlio fatto carne…”.

“Simeone ed Anna”, ha proseguito Mons. Cirulli nella sua meditazione, “sono figure belle che ci insegnano e ci parlano in negativo della nostra impazienza, del nostro aspettare senza renderci conto di quello che già abbiamo. Loro aspettavano il Messia, ma noi ce l’abbiamo”. Sul presente di Dio e sull’attualità del Vangelo si è soffermato chiedendo ai presenti fedeltà e obbedienza, “oggi non domani; questo è il tempo in cui farsi annunciatori e testimoni con il cuore e la bocca, con i segni… non essere strumenti di divisione ma di unità e di attrazione”. Incarnare la stessa rivoluzione dei due anziani del tempio, di pazienza e impegno, di disponibilità alla voce dello Spirito contro ogni schema contemporaneo che tende a ribellarsi e ad infangare l’immagine della Chiesa e dei suoi ministri, anche nella Chiesa stessa, perché incapace di servire l’unica verità, quella che viene dal Vangelo.

La pandemia ancora in corso ha impedito che al termine della Messa vi fosse un momento di festa tra i presenti; appuntamento solo rimandato, ma nel frattempo ci si organizza per un confronto tra religiosi sul percorso sinodale della Chiesa.

 

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