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Il CAI Piedimonte Matese sul Monte Miletto, 140 anni dopo la prima spedizione di Beniamino Caso

Il Club Alpino di Piedimonte Matese ha ripercorso la salita che Beniamino Caso, politico, umanista e naturalista esperto, compì il 26 gennaio 1882 per la prima volta. L'escursione è stata anche l'occasione per accogliere nuovi membri nel Club

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Giovanna Corsale – Quella di ieri è stata una domenica di new start, direbbero gli Inglesi, per il Club Alpino Italiano di Piedimonte Matese, un “nuovo inizio”, suggellato dall’ingresso nella “squadra CAI” di nuovi membri. È stata una giornata speciale per gli appassionati della montagna e protagonisti di escursioni attraverso sentieri mozzafiato del Matese, in quanto coincisa con il 140° anniversario della prima salita invernale al Monte Miletto di Beniamino Caso, politico, umanista e naturalista, Vicepresidente del CAI nazionale, nonché Delegato per la Sezione di Napoli al Comitato Centrale.

La passeggiata ha avuto inizio nei pressi della valle ai piedi delle pareti della Gola del Falco, proseguendo lungo il sentiero in direzione nord-ovest che giunge fino alla Valle dell’Esule, da cui è possibile godere del meraviglioso panorama che abbraccia l’intero Lago del Matese e l’isolotto di Monterone. I temerari escursionisti si sono poi spostati sul famoso pianoro dell’Esule, il cui nome è legato alla leggenda della principessa Jole che, dopo la morte del suo amato Fosco, iniziò a vagare tra le montagne (da qui il nome “esule”) finché perì per il freddo e gli stenti. La leggenda narra che il suo corpo fu ritrovato dopo lo scioglimento della neve proprio nel pianoro che da lei prese il nome.

Com’è noto agli addetti ai lavori, i sentieri non sono tutti uguali, ma anzi ve ne sono alcuni che cambiano aspetto senza preavviso, proprio come il tratto successivo al Pianoro dell’Esule, costituito da stretti tornanti all’interno di un boschetto di faggi, da qui al Campo dell’Arco il passo è stato breve. Si tratta di un pianoro di origine carsica, che prende il nome dalla caratteristica formazione rocciosa modellata nel tempo dall’acqua e dai ghiacci. Nei pressi dell’arco si trova anche l’omonimo inghiottitoio, una piccola grotta poco profonda, dalla quale ha origine la Forra della Cannella.

La salita è stata motivo non solo per fermarsi ad ammirare il paesaggio, ma anche per leggere alcuni passaggi più significativi della salita di Beniamino Caso, descritti nel volumetto Una salita invernale al Monte Miletto, l’occasione ristampato e distribuito ai 40 partecipanti.

L’ascesa al Monte Miletto di Beniamino Caso
Il 26 gennaio 1882 una spedizione composta dal politico, umanista e naturalista Beniamino Caso, dal conte Antonio Gaetani, da Alessandro Del Giudice, buon cacciatore e buona gamba e da Giuseppe De Lellis, vecchio pastore espertissimo dei siti, parte alla volta del Monte Miletto (2050 m).
Così scrive Beniamino Caso in merito all’ascesa del Monte Miletto nella stagione invernale:
“Il mio divisamento di salire al M.e Miletto in questa stagione fu considerato dai miei
concittadini come folle e pericolosa impresa. Da tempi assai remoti, quando i nostri buoni
antenati camminavano cum pondere et mensura, e viaggiavano a basse pressioni M.e Miletto fu creduto un alpe formidabile non accessibile nell’inverno…”.
L’escursione proposta ripercorre alcuni dei luoghi che nel gennaio del 1882 furono
attraversati dalla spedizione, che portò i suoi componenti a raggiungere la cima del Monte
Miletto il giorno 27 gennaio. “Il Miletto, Giove immane dei nostri monti, per soli due mesi dell’anno, Luglio ed Agosto, accordava a noi poveri mortali l’onore di essere visitato,
e respingeva inesorabilmente a furia di nevi e di procelle l’uomo audace che tentasse di venirlo a riverire nei tempi proibiti. Les Dieux s’en vont; ed io anche a costo di turbare i sonni tranquilli delle sante anime di Ludovico Paterno e di Gianfrancesco Trutta narrerò che ai 27 Gennaio ultimo misi senza stenti e pericoli il piede sulla temuta vetta.”

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