Emiliano Pepe – Con il crollo dell’URSS sarebbe stato giusto smantellare la Nato? I Paesi dell’ex Cortina di ferro hanno vissuto per più di mezzo secolo sotto il controllo di Mosca, probabilmente hanno visto prima nella NATO che nella UE un modo per autodeterminarsi e allontanarsi per sempre dall’influenza del Cremlino. Del resto molti di questi Paesi dichiareranno la propria indipendenza poco prima del Trattato di Maastricht e quest’ultimo subirà un’accelerazione proprio in seguito al crollo dell’URSS. Sebbene all’epoca essa non rappresentasse più un pericolo, per il futuro non ne avevano certezza.
Credere che la NATO abbia approfittato del crollo URSS senza il consenso di quei Paesi è fuorviante in quanto porta a credere che le responsabilità siano solo della prima. Indubbiamente degli errori sono stati commessi, e la NATO ha pensato, male, più ad allargare e ad espandere la sua sfera d’azione che non a immaginare i futuri assetti geopolitici. La Russia di contro con Boris Nikolaevič El’cin (Boris Eltsin) ha cercato invano di diventare un paese democratico, affidandosi però alla persona sbagliata.
Così, come spesso accade nei passaggi traumatici, da un regime all’altro, i poteri oscuri definiti “invisible government” o governo occulto hanno finito per prendere il sopravvento grazie ad un loro uomo. Questo passaggio è di fondamentale importanza, e Gianfranco Poggi ne ha tratteggiato il rischio nei suoi studi sulla nascita e sviluppo dello Stato moderno, definendo questi poteri come uno “Stato dentro lo Stato“.
Fonte Storia Glocale