Noemi Riccitelli – Dopo il successo delle prime due stagioni, la scorsa domenica si è conclusa anche la terza stagione della serie tratta dalla tetralogia best-seller di Elena Ferrante, L’amica geniale, Edizioni E/O.
Otto episodi diretti dal regista Daniele Luchetti, con la sceneggiatura scritta da Elena Ferrante stessa, Saverio Costanzo, Laura Paolucci e Francesco Piccolo, andati in onda per quattro domeniche in prima serata su Rai 1.
La serie è una produzione Fandango, The Apartment, Fremantle e Wildside in collaborazione con Rai Fiction ed HBO Entertainment; L’amica geniale rappresenta una delle produzioni internazionali Rai e gli episodi andranno in onda anche negli Stati Uniti.
Tutte le stagioni, compresa l’ultima, al momento sono disponibili su RaiPlay.
Storia di chi fugge e di chi resta, questo il titolo del terzo romanzo della serie di Ferrante, segna un’ulteriore progressione nella storia di Lila e Lenù.
Prima bambine negli anni duri del secondo dopoguerra, poi giovani adolescenti nei nuovi anni ’60, ancora, adulte a confronto con i rivoluzionari anni ’70.
Elena (Margherita Mazzucco) è a Firenze, si gode il successo del suo primo libro e sposa Pietro Airota (Matteo Cecchi), compagno di università e ora lui stesso docente di ateneo; insieme hanno due figlie, Adele “Dede” ed Elsa. Il loro matrimonio, tuttavia, non è felice: Elena, infatti, non riesce più a scrivere e soffre dell’indifferenza di Pietro, dedito costantemente al suo lavoro.
Lenù (Gaia Girace), invece, dopo aver lasciato Stefano (Giovanni Amura), va a vivere a Napoli con Enzo (Giovanni Buselli) e il figlio avuto dal marito, Gennarino; anche la sua quotidianità è costellata da problemi, il duro lavoro in fabbrica, la malattia, il disprezzo della sua famiglia.
Le esistenze delle due protagoniste, inoltre, come quelle di tanti altri, sono investite dai poderosi cambiamenti degli anni ’70, decisivi soprattutto per il genere femminile, ma anche delicati per le vicende “di piombo” che scuotono la società e la politica italiana.
Una storia che è un vortice di avvenimenti ed emozioni, una storia sì di questa amicizia così peculiare, ma anche una storia della “Storia”, in cui la cornice culturale è fondamentale: attraversa e vive nelle due protagoniste, le nutre e fa crescere in modo diverso.
E, forse, questo terzo romanzo e la nuova serie centrano e definiscono al meglio una delle principali riflessioni dell’ispirazione di Elena Ferrante, ricorrente anche nei suoi altri scritti: il femminile, la sua rivendicazione, la sua complessità, il rapporto di tensione e attrazione con l’altro sesso, lo stesso legame/complicità tra donne.
Il regista, Daniele Lucchetti, ha dimostrato una fine attenzione nella ricostruzione dell’ambientazione e dell’atmosfera storica, dichiarando come “nel racconto di questo decennio ho usato i procedimenti del cinema che mi appassionava da adolescente, quello degli anni ’70 (…). Nella direzione degli attori, nella macchina da presa e nell’uso del colore, ho immaginato di lavorare in “quegli” anni”.
Qualche imprecisione e dubbio in alcune scene sussiste, ma si chiude un occhio nella visione d’insieme.
La narrazione di quest’ultima stagione vede come protagonista assoluta Lenù rispetto a Lila: le due giovani attrici, Mazzucco e Girace, hanno mostrato anche in questa occasione bravura ed adeguatezza nell’interpretazione delle loro alter ego; in generale, il cast tutto, composto perlopiù da giovanissimi che in questa stagione si sono trovati ad interpretare personaggi più maturi, è stato brillante: infatti, ogni singolo soggetto creato da Ferrante mostra un afflato intimo ben preciso, difficile da intercettare e riproporre.
Oltre le due protagoniste, hanno avuto particolare risalto due personaggi maschili, antitetici: Enzo Scanno e Pietro Airota. Il primo, affettuoso, disponibile, affabile, il secondo preso da sé, ma a suo modo tenero e goffo. Giovanni Buselli e Matteo Cecchi sono stati convincenti, conquistando il pubblico.
Inoltre, un’interpretazione degna di nota, che ha scosso e commosso per la sua vividezza, è quella di Rosaria Langellotto nei panni di Gigliola Spagnuolo, moglie di Michele Solara. Personaggio rimasto nell’ombra e giudicato come negativo, in questa stagione afferma la sua verità: una lezione molto dura e intensa sull’amore.
A parte la trama accattivante, L’amica geniale possiede qualcosa in sé che affascina e confonde, stimolando sempre nuove, profonde, anche discordanti, riflessioni.
Un giudizio sull’opera di Elena Ferrante rischia di essere, così, riduttivo e, per questo, si preferisce rimandare chi legge ad un approfondimento letterario ulteriore; tuttavia, rimanendo alla serie TV, il parere è più che positivo, in quanto si tratta di una produzione innovativa, internazionale, che è riuscita a svecchiare l’impostazione “tradizionale” di un network nazionale, arricchendolo con un’utenza giovane e, soprattutto, con un tema, l’amicizia femminile, originale e poco indagato, nella sua accezione più intima, dall’intrattenimento comune.