Piedimonte Matese è scesa in piazza per dire “no” alla guerra, per sostenere il popolo ucraino ferito dall’attacco russo, per chiedere pace e diritti umani.
Ieri mattina si sono ritrovati in tanti per l’iniziativa promossa dal Movimento per la Pace e supportata dal Comune di Piedimonte Matese: la comunità ucraina locale, Scuole di ogni ordine e grado, associazioni, rappresentanti degli enti locali quali il Parco regionale del Matese e Comunità Montana del Matese, Forum dei Giovani, Azione Cattolica della Diocesi di Alife-Caiazzo.
Clima di gran festa tra i presenti, forte il sostegno “gridato” al popolo ucraino con slogan e canti; tanti i colori che hanno accompagnato il corteo, le bandiere della pace, ma a dominare su tutti l’azzurro è il giallo della bandiera Ucraina.
In Piazza De Benedictis, prima della partenza, gli Amministratori comunali di Piedimonte hanno preso la parola per consegnare ai presenti un messaggio forte. “Beati i costruttori di pace” le parole dell’Assessore Loredana Cerrone tese a motivare il principio che la pace resta valore fondante la nostra cultura cristiana ma anche un principio saldo nella Costituzione della Repubblica Italiana.
Il dott. Emilio Iannotta, in fascia tricolore e in qualità di medico ha garantito a nome dell’Amministrazione l’assistenza medica necessaria ai rifugiati che arriveranno in Città. L’assessore Fabio Civitillo in rappresentanza della Comunità Montana del Matese ha ricordato l’impegno concreto di ognuno nel sostenere la raccolta di viveri presso l’ex edificio dei Salesiani.
Riflessione sui sogni comuni dei giovani russi e ucraini nelle parole del vicesindaco Bernarda De Girolamo: “la guerra sta diventando annientamento di ogni progetto di vita”.
Agnese Ginoccchio, responsabile del Movimento per la Pace ha fatto appello alla condivisione, all’unita, all’arma della cultura che costruisce veramente la pace in ogni luogo.
In piazza Europa, tappa finale del corteo che ha attraversato piazza Carmine, via Caso e via Ferritto, voce agli studenti: dalla loro testimonianza è emersa la consapevolezza che i fatti di questi giorni in Ucraina non corrispondono alla loro idea di futuro per il Mondo. La globalità di cui sono protagonisti e difensori li rende ora più che mai figli di un’Europa culla di pace, di scambio, di confronto leale.