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Piedimonte Matese. Ospedale civile, “dove ci si infetta di bene”, le parole del Direttore sanitario Iarrobino

Il Direttore Sanitario Gianfausto Iarrobino sull'Ospedale Civile di Piedimonte Matese: una comunità dove prevale lo spirito di servizio, "esperienza unica in tutta la mia carriera"

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“Non avevo radice e adesso posso dire che ho radice anche qui, perché tra questa gente, tra questo personale, tutti – medici, infermieri, OSS, amministrativi –c’è un’umanità, una disponibilità, un amore, un affetto degli uni con gli altri e verso il paziente, che non ho riscontrato in altre realtà. Chi viene a lavorare in questo Ospedale, io dico sempre “si infetta, si infetta di positivo, si infetta di bene”. Le parole del dr. Gianfausto Iarrobino, primario del reparto di Chirurgia dal 2018 e Direttore sanitario del nosocomio matesino da settembre 2021. Le ha pronunciate il Mercoledì delle Ceneri al termine della messa celebrata nella Cappella dell’Ospedale dal Vescovo Mons. Giacomo Cirulli alla presenza di pazienti, personale medico e amministrativo e volontari AVO e Protezione Civile, unendo l’aspetto istituzionale e personale nell’unico accorato “grazie”. Parole di riconoscenza per il Vescovo di Alife-Caiazzo che ha scelto di dare inizio ai riti della quaresima in questo particolare luogo di cura; e sentimenti di gratitudine per colleghi, dipendenti e collaboratori.

Sono parole che nel luogo di lavoro rafforzano i sentimenti di stima e fiducia tra colleghi e confermano l’alto valore che assumono i numerosi sacrifici di cui si caricano quotidianamente i sanitari di questa struttura, pressata dalla richiesta e dalle urgenze dei pazienti, ma non sempre in forze per rispondere a tutti. Prima il Covid, adesso la guerra alle porte d’Europa a creare tensione, a suscitare preoccupazione per il futuro: è in questi contesti che urge “infettarsi di bene” per non perdere la speranza, per coltivare ogni giorno il valore delle relazioni, per restare fedeli ad un giuramento (quello dei medici) che vale una missione. In un anno di presenza nella diocesi di Alife-Caiazzo, Mons. Cirulli ha visitato l’Ospedale di Piedimonte Matese nella duplice veste di Pastore e di Medico, e sempre a donare una parola in più sulla serietà di un lavoro che non è solo cura del corpo, ma anche cura dell’anima delle persone ammalate. Nell’omelia di questo mercoledì delle Ceneri ha infatti parlato della professione medica come di quella più alta, più vera secondo una lettura cristiana: “salvare le vite, curare il corpo e l’anima dei fratelli… è missione che avvicina a quella di Cristo”. 

Il Dr. Gianfausto Iarrobino ha letto in questi termini il servizio svolto dai sanitari di Piedimonte Matese: “Ho avuto tantissime esperienze in tante realtà della provincia di Caserta, della regione e fuori regione, ma posso dire che di questo ospedale, di questo posto, ci si innamora”. C’è una parola che unisce i 4 piani della struttura e ogni angolo del possente edificio che affaccia sulla valle alifana, stabile riferimento per la popolazione locale e quella più distante del massiccio Matese: umanità. È questo quello che cercano i pazienti; è questo ciò che ci si sforza di costruire nei reparti con soluzioni, servizi, ascolto, disponibilità. Un potenziale da consolidare sulle solide basi che si tenta di tenere salde.
“Il paziente per noi non è un oggetto, ma è una persona; un essere umano che va curato nel suo complesso, nella sua realtà”, così il Direttore sanitario, senza escludere l’appello e la fiducia nella Direzione sanitaria provinciale e regionale. “I percorsi sono migliorabili ma noi speriamo che con l’aiuto della Direzione strategica aziendale questo ospedale possa migliorare rispetto a quello che sta dando; qui c’è impegno da parte di tutti…”.

Richiamando il Vangelo e il monito di Cristo agli ipocriti, coloro che fingono di essere dalla parte del bene, il Dr. Iarrobino ha risposto difendendo (perché fiducioso) l’operato di chi vive questo lavoro/missione: “siamo convinti di quello che facciamo, quello che dico è ciò che sento. Tra il personale, tra i reparti, tra i pazienti io vedo un percorso di Dio, un percorso di vita. Il Signore è tra i malati, vicino a quei letti, il Signore è in quelle persone che soffrono: pensare che in quel letto potremmo esserci anche noi ci aiuta a stare accanto a chi soffre con maggiore spirito di servizio…”.

 

1 COMMENTO

  1. Posso dare testimonianza che quanto scritto corrisponde al vero. Entrare nella struttura ospedaliera di Piedimonte Matese corrisponde ad una serenità nell’affrontare il problema di salute che si vive. Questo accade perché si respira casa nel senso di sentirsi in un luogo accogliente, accudente, amorevole come solo la casa propria ci può dare. Tutti, indistintamente dal ruolo che rivestono, sono sempre disponibili e mai stanchi di ascoltare chi vive la sofferenza, qualsiasi peso abbia, perché per loro l’ammalato non ha più o meno importanza in base alla loro diagnosi. Voglio segnalare anche l’igiene e pulizia ineccepibile.

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