Matese tra Moderno e Contemporaneo
a cura di Armando Pepe – Documento trascritto dall’erudito Ottaviano Melchiorri e consegnato in copia allo storiografo Bartolomeo Chioccarello (o Chioccarelli), databile al secondo decennio del XVII secolo. Donna Vittoria Caetani, duchessa di Sermoneta, pretendeva la dote di paraggio, ammontante a 12 mila ducati, dal duca di Laurenzana, e nuovo signore di Piedimonte, Don Francesco Caetani (o Gaetani) d’Aragona. Nel diritto feudale, la dote di paraggio era la quota dei beni che il primogenito, titolare esclusivo della successione del feudo, era obbligato a dare ai fratelli cadetti, per compensarli della loro esclusione nella successione stessa.
Dal prezioso testo emergono particolari di eccezionale rilevanza quali: (1) l’apparizione nella genealogia di casa Gaetani d’Aragona di Don Luigi, omonimo del gesuita, padre superiore dell’abbazia di Santa Maria di Pulsano, nel comune di Monte Sant’Angelo, in Capitanata (corrispondente all’attuale provincia di Foggia); (2) il governatore di Piedimonte, nominato dal feudatario con il consenso regio, prendeva possesso dell’incarico giurando davanti al duca e al “regimento” (il governo cittadino) nella chiesa del convento di San Domenico durante una solenne cerimonia.
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