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“La guerra non è mai la strada”, ieri il colloquio tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill

Pochi giorni fa alcune polemiche dal mondo cattolico sul silenzio del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill sulla guerra tra Russia e Ucraina

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La crisi ucraina, gli aiuti umanitari e l’importanza del processo negoziale in corso, “esprimendo la loro speranza per il raggiungimento al più presto di una pace giusta”. Questi i temi al centro del colloquio telematico di ieri tra il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill e Papa Francesco. All’incontro hanno preso parte anche il card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, e il Metropolita Hilarion di Volokolamsk, Capo del Dipartimento di Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca. Il confronto ha avuto al suo centro la guerra in Ucraina e il ruolo dei cristiani e dei loro pastori nel fare di tutto perché prevalga la pace.

Evento che giunge dopo le polemiche di alcuni giorni fa espressa dal mondo cattolico per il silenzio del Patriarca Kirill e il suo presunto appoggio alla politica putiniana. Nel frattempo, vista l’escalation della guerra, molti chierici ortodossi (oltre 300) in Russia hanno firmato un appello per la pace, ma anche spiegato le ragioni storiche della posizione del Patriarcato (clicca per approfondire).
Il colloquio di ieri si è fondato sulla necessità della pace, sull’importanza di tutelare la popolazione, i soldati, tutti coloro che finiscono sotto le bombe.

Un momento del colloquio telematico tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill (foto Vatican Media / SIR)

Papa Francesco ha ringraziato il Patriarca per questo incontro, motivato dalla volontà di indicare, come pastori del loro popolo, una strada per la pace, di pregare per il dono della pace, perché cessi il fuoco. “La Chiesa – il Papa ha convenuto con il Patriarca – non deve usare la lingua della politica, ma il linguaggio di Gesù”. “Siamo pastori dello stesso Santo Popolo che crede in Dio, nella Santissima Trinità, nella Santa Madre di Dio: per questo dobbiamo unirci nello sforzo di aiutare la pace, di aiutare chi soffre, di cercare vie di pace, per fermare il fuoco”. Entrambi hanno sottolineato l’eccezionale importanza del processo negoziale in corso perché, ha detto il Papa: “Chi paga il conto della guerra è la gente, sono i soldati russi ed è la gente che viene bombardata e muore”.

“Come pastori – ha continuato il Papa – abbiamo il dovere di stare vicino e aiutare tutte le persone che soffrono per la guerra. Un tempo si parlava anche nelle nostre Chiese di guerra santa o di guerra giusta. Oggi non si può parlare così. Si è sviluppata la coscienza cristiana della importanza della pace”. E, convenendo con il Patriarca quanto “le Chiese sono chiamate a contribuire a rafforzare la pace e la giustizia” Papa Francesco ha concluso: “Le guerre sono sempre ingiuste. Perché chi paga è il popolo di Dio. I nostri cuori non possono non piangere di fronte ai bambini, alle donne uccise, a tutte le vittime della guerra. La guerra non è mai la strada. Lo Spirito che ci unisce ci chiede come pastori di aiutare i popoli che soffrono per la guerra”.

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