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Domenica delle Palme, commento al Vangelo

Domenica delle Palme, commento al Vangelo - Anno C

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Di Padre Fabrizio Cristarella Orestano
Comunità Monastica di Ruviano (Clicca)

Domenica delle Palme – Anno C
Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Lc 22,14-23,56

Inizia la Grande Settimana, la Settimana della Pasqua di questo anno di grazia 2022 … ci portiamo sulle spalle e nel cuore la storia di questo tempo e le nostre storie personali, ci portiamo le ferite della pandemia che certo ha segnato il nostro mondo, le nostre consuetudini, anche il nostro modo di percepirci uomini e donne in relazione con altri, che ha segnato anche la nostra vita di Chiesa; ci portiamo sulle spalle e nel cuore le immagini di questa folle guerra che sta insanguinando (insieme ad altre sconosciute e dimenticate!) la nostra terra, abbiamo nel cuore le immagini degli sguardi perduti e impauriti di tanti uomini, donne e bambini piombati in un orrore che pareva appartenere, per noi europei, ad epoche lontane (la guerra nella ex Jugoslavia, più recente e alle nostre porte, l’abbiamo forse dimenticata e rimossa!) e ci portiamo sulle spalle anche le nostre vite con i loro fallimenti, dolori, perdite, separazioni, domande … e certo anche con le gioie e i successi dell’umano che abbiamo riportato … Ecco quel che siamo: uomini e donne con le spalle cariche di tutto questo e di altro che ciascuno conosce … e scopriamo, dobbiamo scoprire, che proprio con noi Gesù, che chiamiamo “Signore”, vuole mangiare la sua Pasqua: «Ho desiderato mangiare questa Pasqua con voi!».

Codex purpureo di Rossano (VI secolo), Ingresso di Gesù a Gerusalemme, Rossano Museo diocesano del Codex

Ognuno si dica: la vuole mangiare con me! Perché? Perché Gesù non si accontenta del posto marginale che abbiamo spesso riservato a Lui e alla sua presenza nelle nostre vite … posto marginale che spesso corrisponde agli ambiti dei nostri bisogni, delle nostre miserie, delle nostre paure … posto marginale che spesso corrisponde agi spazi più o meno risicati del culto e, per chi li ha, degli impegni ecclesiali! Gesù non si accontenta! È poco!

Gesù vuole entrare nelle fibre delle nostre vite! Non vuole la superficie della nostra esistenza, non vuole cose da noi, vuole noi, vuole entrare nelle nostre storie, vuole mettersi con noi sotto quei pesi che portiamo sulle spalle! Sarebbe poco celebrare la Pasqua ritualmente, solo liturgicamente! No! Le liturgie mirabili di questi giorni santi dovranno essere inizio e provocazione! Gesù vuole mangiare la Pasqua con noi, la vuole condividere con noi, vuole portare all’interno delle nostre vite le energie della Croce e della Risurrezione.

Stamane abbiamo cantato l’Osanna dell’accoglienza del Signore nella nostra “città santa”, nel nostro profondo di uomini credenti, nel profondo delle nostre vite comunitarie, delle nostre vite fraterne! Gli abbiamo detto che è il Signore! Sì, poi tante volte, come Pietro, diremo di non conoscerlo perché vorremmo conoscere solo noi stessi e le nostre miserie … ma oggi l’Evangelo ci dice che il suo sguardo ci cercherà sempre per dirci l’amore e la possibilità di ricominciare.

Perché ha tanto desiderio di celebrare la Pasqua con noi? Credo che sia inutile cercare i motivi in un cuore che brucia di amore folle … l’unico motivo è proprio e solo l’amore … C’è una parola di risposta alla domanda del padrone dell’asino dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, una parola che ci fa riflettere: «Perché lo slegate?» «Perché il Signore ne ha bisogno». È incredibile, ma è così: ha desiderato tanto di mangiare la Pasqua con noi perché ne ha bisogno! Ha bisogno di coinvolgerci nel suo amore, nella sua storia di amore, ci vuole con Lui, costi quel che costi perché ancora impariamo qual è la via per essere uomini secondo il progetto di Dio, senza disumanizzarci e snaturarci nel non-senso; e per questo ci chiede di resistere al sonno che incombe su di noi e che ci tenta di sfuggire alle vie della croce, dell’essere con Lui, ma con Lui davvero, con Lui per quello che Lui è! Sull’iscrizione della croce Luca fa scrivere: «Il re dei Giudei: questo». Sì, questo e non un altro! Non il Messia delle nostre proiezioni e dei nostri deliri religiosi che vogliono sempre un Dio potente (anzi, “onnipotente”!) e pronto a tappare i buchi e i baratri della vita e delle domande senza risposta! «Il re dei Giudei: questo!». Sei disposto a seguire questo Messia? Sei disposto a mangiare con Lui la Pasqua? Sei disposto a credere che questo è un Evangelo che libera il nostro umano, che dà al nostro umano tutte le energie di bellezza e di pienezza?

E allora? Non lasciamo passare invano questi giorni santissimi che ci stanno davanti … tanti oggi si limitano a portare a casa il rametto d’olivo quasi quasi come un amuleto, nel peggiore dei casi, o un simbolo rassicurante di essere una brava persona, dei buoni cristiani! Non basta! C’è altro! C’è da esaudire il desiderio di Gesù: mangiare la Pasqua con noi!

Sediamoci alla mensa della Pasqua, bevendo con Lui il calice dell’amore assumendo con coraggio di essere discepoli di un crocifisso, di uno che per la storia e per il buon senso del mondo è assolutamente un perdente! Ci stiamo?

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