Continua in tutte le chiese della Diocesi di Alife-Caiazzo la raccolta di offerte per la popolazione ucraina ferita dalla guerra dopo che il 24 febbraio le Forze armate della Federazione Russa hanno ne hanno invaso il territorio segnando una brusca escalation della crisi russo-ucraina in corso dal 2014.
La Diocesi guidata dal vescovo Mons. Giacomo Cirulli, come quella di Teano-Calvi, tramite la Caritas diocesana ha dato vita all’iniziativa “Dona un pasto per l’Ucraina”, finalizzata alla raccolta di offerte in denaro da destinare a Caritas Italiana che a sua volta orienterà il ricavato delle donazioni che stanno giungendo da tutta Italia in base ad esigenze concrete manifestate dalla Caritas in Ucraina, come avviene in occasione di particolari emergenze umanitarie, su progetti di ricostruzione materiale o recupero sociale.
Partita il mercoledì delle Ceneri, la raccolta andrà avanti fino al Giovedì santo: ancora alcuni giorni per farsi avanti, per fare una piccola ma fondamentale parte, per dare un segno di partecipazione a quel percorso di pace e di speranza che sta percorrendo numerosi sentieri pur di arrivare all’unico obiettivo: smettere l’uso delle armi e dialogare. Papa Francesco, Associazioni Cattoliche, Associazioni laiche e Umanitarie, Enti pubblici e privati, gruppi spontanei, Istituzioni accademiche e sanitarie, si stanno mobilitando con messaggi e segni concreti per un popolo che ha perso case, cibo, abiti, certezze… mentre mani armate (e rifocillate di armi) continuano a scambiarsi colpi al ritmo di accuse pesanti.
In tutte le chiese – vale per Alife-Caiazzo e Teano-Calvi – è possibile fare la propria offerta manifestando la finalità del gesto; sarà cura dei Parroci consegnare il ricavato della generosità manifestata dai fedeli: “Fino ad ora abbiamo avuto segnali positivi, ma continuiamo a confidare nella disponibilità delle persone”, il commento del direttore della Caritas diocesana, il diacono Paolo Carlone. “L’Ucraina ha bisogno del nostro aiuto oggi, ma ne avrà anche in futuro; dobbiamo sentirci investiti della responsabilità della cura di questi fratelli sia nell’emergenza sia nel lento processo di ritorno alla vita che sicuramente durerà tanto e richiederà investimenti di risorse e forze maggiori”. “I fedeli della Diocesi di Alife-Caiazzo hanno risposto positivamente e con prontezza – continua Carlone – dimostrando in questo tempo di quaresima piena consapevolezza per il dramma che si sta consumando non lontano dall’Italia. Non solo la raccolta delle offerte, ma anche la disponibilità ad accogliere in casa profughi dall’Ucraina è stato fino ad ora un segno di positiva apertura: i processi di pace urgenti in ogni parte del Mondo – in questi giorni parte una nuova campagna di Caritas e Focsiv in Italia per la promozione del bene comune e contro la ‘III guerra mondiale a pezzetti’ – si realizzano nei piccoli segni che ciascuno decide di compiere suscitando mentalità di pace e testimoniando il Vangelo della carità”.
Il prossimo Giovedì santo, quello che la Chiesa celebra come giornata di carità e di servizio è il traguardo che abbiamo davanti: offrire l’equivalente di un pasto, una somma simbolica accessibile a chiunque per sostenere il futuro di molti, è questo l’appello forte che il Vescovo Mons. Cirulli faceva all’inizio della Quaresima e rilancia al termine di questo tempo di impegno e cambiamento (conversione). Dopo il 14 aprile resta ugualmente aperta la possibilità di donare e continuare a sostenere le spese umanitarie più urgenti tramite i canali ufficiali con cui la Caritas diocesana dialoga con Caritas italiana.