Anche il Matese alla Conferenza programmatica “Italia, energia da liberare- liberare – Indipendenza, libertà, crescita. Appunti per un programma conservatore” organizzata a Milano da Fratelli d’Italia, il partito guidato da Giorgia Meloni, dal 29 aprile al 1 maggio. Una partecipazione che si è fatta anche contributo concreto dal palco della convention portando idee e proposte, ma anche attese dai territori di provincia come il nostro. Da Piedimonte Matese si sono mossi Andrea Boggia, in veste di dirigente provinciale di Fratelli d’Italia e Sara Petella, componente dell’Assemblea nazionale di Fratelli d’Italia; da Gioia Sannitica, Diego Della Vecchia, dirigente provinciale di Fratelli d’Italia e presidente provinciale di Gioventù Nazionale e Vincenzo Di Biase, presidente del circolo di Fratelli d’Italia di Gioia Sannitica.
Un rientro nel Matese che investe il territorio dei contenuti di cui si è discusso a Milano e che diventano riflessione comune per tutti gli iscritti al Partito e per i simpatizzanti, con l’intento di “contestualizzare” le proposte emerse a partire dalla condivisione di valori sul lavoro, la famiglia, l’economia.
Sguardo sui problemi da risolvere, ma soprattutto entusiasmo nel programmare il futuro: “Le crisi sono una occasione”, spiegano a Clarus i quattro delegati matesini. “Riscopriamo l’etica della responsabilità, il senso del dovere, la meritocrazia e l’ascensore sociale, la solidarietà tra le persone e l’amore per la cosa pubblica grazie anche a una classe politica degna, vera e con una visione volta al lungo periodo”. “Questa Conferenza Programmatica è il punto di partenza per gettare le basi per il futuro. Da qui in avanti tutto quello che è necessario fare deve essere fatto! La globalizzazione senza regole ha fallito e ci ha resi tutti più deboli. Se vogliamo una grande Italia dobbiamo essere noi italiani a dover crescere! Dobbiamo ritornare al reale. Noi siamo pronti a ricostruire la nostra Patria sulle macerie della pandemia e della guerra e, soprattutto, sulle macerie del fallimento della globalizzazione. Il nostro Paese verrà ricostruito in maniera seria, forte, libera, rispettata, produttiva”.
Sono le prime riflessioni che giungono dai delegati del Matese che spostano nel “piccolo” il progetto che il Partito sogna per tutto il Paese: no al libero commercio senza regole chiedendo ciò che si attende da anni e cioè una “revisione dei i rapporti con gli stati illiberali; inoltre da anni diciamo che la transizione ecologica fatta in questo modo ci vincolerà al colosso cinese; da anni contestiamo i rapporti di cooperazione universitaria con le monarchie fondamentaliste del Golfo e ci siamo schierati anche contro l’ingresso della Turchia in Europa”.
Tema caldo anche quello del legame del Paese con la NATO e le scelte economiche dell’Italia da destinare alla Difesa: “vogliamo che venga rispettato il patto con la NATO di destinare il 2% del Prodotto Interno Lordo alla Difesa. Rivendichiamo da sempre la necessità di dotare la NATO di due colonne, una americana e una europea, con pari dignità e pari ruolo, e per questo abbiamo sempre avuto nel nostro programma l’aumento delle spese militari”.
La questione “Ucraina” è tra quelle che ha catalizzato l’attenzione, sulla guerra e le conseguenze che riguardano tutti i paesi dell’Occidente: “chiediamo con forza un fondo di compensazione per le nazioni che saranno più colpite dalle sanzioni e chiediamo anche che a quel fondo debba partecipare l’Occidente nel suo complesso. Bisogna dare una adeguata solidarietà a donne e bambini che scappano dalla guerra invece che concentrarci su un business che viene spacciato per accoglienza”. E sempre toccando l’attualità, la proposta di una maggiore indipendenza economica e produttiva per l’Italia che eviti le debolezze provocate a tali settori proprio dal conflitto in atto.
“Dobbiamo ripensare il nostro modello produttivo e ridisegnare le nostre priorità. Chiediamo con forza la revisione degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: le risorse vanno concentrate sulle conseguenze della crisi. Come strategia per il lungo periodo proponiamo di sbloccare le estrazioni di gas nei nostri mari, favorire la transizione verso biogas e miscelazione gas-idrogeno, il geotermico, il solare, l’eolico e, soprattutto, la ricerca scientifica nell’ambito del nucleare. Per invertire la rotta serve sbloccare il Paese e avere una visione: assumiamoci la responsabilità di scegliere su cosa si deve investire”.
E poi giustizia veloce ed efficiente e burocrazia semplificata; una classe dirigente costantemente valutata, un fisco più equo (cominciando dalle tasse sul lavoro), una formazione all’altezza investendo sui giovani con un occhio alla domanda di lavoro, e l’istituzione di un percorso di studi nella scuola secondaria secondo grado sul Made in Italy oltre che al rafforzamento del concetto legato alla promozione del nostro prodotto nazionale e delle etichette ‘nazionali’.
“La premessa alla base – spiegano i rappresentanti di Fratelli d’Italia del Matese – è una democrazia che torni a decidere puntando sul presidenzialismo”. Tra le altre priorità una proposta di legge “che vieta l’utero in affitto e che lo renda un reato perseguibile in Italia anche se commesso all’estero. La famiglia deve tornare a essere un presidio di dignità e la donna, dentro e fuori le mura domestiche deve riconquistare il suo tempo”.
Giovani in politica nel Matese
Le conclusioni, a margine della Convention milanese sono dedicate al territorio matesino alla passione per la terra in cui si nasce e cresce e al desiderio di contribuire alla realizzazione del bene comune: partecipazione e responsabilità è l’appello indiretto rivolto ai giovani ancora lontani dalla politica ma anche agli amministratori locali: “Oggi, essere giovani di destra significa non voltarsi mai dall’altra parte di fronte alle sfide del proprio tempo, avere i piedi ben piantati per terra, avere radici profonde, valori e lo sguardo proiettato verso il futuro. Significa entrare nei problemi che affliggono i propri territori e la propria generazione, partecipando alla vita sociale delle proprie comunità, creare spazi lì dove non ce ne sono. Dedicare il proprio tempo non solo alla realizzazione di sé, ma anche alla crescita della società in cui si vive. È per l’amore che abbiamo per la nostra terra e per le nostre radici che abbiamo scelto di stare in campo e metterci la faccia. Vogliamo stimolare i nostri amministratori ad essere più incisivi, ad essere onesti senza perdere la coerenza, ad operare secondo giustizia e non opportunismo”.