La domenica Plastic Free del Matese si è aperta con il canto “Laudato sii o mi Signore”: il necessario promemoria per dire l’origine in Dio di tutte le creature; per dire grazie del dono di aria, acqua, della terra, e di ogni creatura vivente. La chitarra e le voci le hanno messe i novizi della comunità francescana di Santa Maria Occorrevole, ma poi è diventato un unico coro con gli 80 volontari che ieri mattina hanno raggiunto Monte Muto (dove ha sente lo storico convento) suggestivo contesto, terrazza naturale sulla città di Piedimonte Matese e la valle del medio Volturno (guarda il video in fondo alla pagina).
Qui come in altri luoghi naturali scelti periodicamente per la raccolta di rifiuti abbandonati, non sono mancate le amare sorprese: all’ombra del possente campanile, lì dove si rifugiano turisti o cittadini per momenti di relax, per escursioni, per la preghiera, per godere del paesaggio, non mancano lattine e bottiglie di vetro, plastiche di ogni tipo ma soprattutto ingombranti di ogni peso e dimensione. In uno dei luoghi simbolo della città a fine mattinata il bilancio è stato di oltre 100 sacchi ed 800 chilogrammi di ingombranti, grandi numeri ma grande delusione per l’ennesima constatazione di quanto male l’uomo continua ad accumulare in casa propria.
Le iniziative Plastic Free nel Matese – parliamo di una delle aree più pulite e sicure dal punto di vista ambientale in tutta la Campania – promosse dall’omonima Onlus nata in Italia nel 2019 si attestano tra quelle maggiormente partecipate per la risposta entusiasta che giunge da singoli cittadini e soprattutto dall’associazionismo locale che risponde prontamente e con braccia ad ogni chiamata che risani il Matese, che lo restituisca possibilmente curato.
Papa Francesco parla a ciascuno di noi
“…Unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale” è l’appello di Papa Francesco nell’enciclica Laudato Sì per raccomandare l’importanza di essere uniti nel pensare e volere la tutela dell’ambiente e di ogni essere vivente; nel suo appello Francesco aggiunge anche il ‘grazie’ per chi coraggiosamente si attiva per tutto questo: “Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che, nei più svariati settori dell’attività umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo”. Ma poi soprattutto l’appello al dialogo affinché azioni come queste – e Plastic Free è solo una delle tante esperienze presenti in tutto il Pianeta – non restino eventi isolati o imposti dall’emergenza: “Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movimento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri”.
In quale direzione?
Quante volte, anche nel Matese si è assistito a valide iniziative come questa e con altrettanti bei risultati? quante volte si sono unite le forze per dare il buon esempio e per curare questa casa comune? Quante altre volte ancora si dovranno raccogliere sacchi e sacchi di rifiuti abbandonati?
Papa Francesco individua il limite alla svolta tanto attesa nell’indifferenza, rassegnazione comoda e fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. La sua richiesta è per una “nuova solidarietà universale” per la quale ancora una volta bisogna decidere e scegliere di compiere un passo indietro rispetto alle esigenze personali di Stati, di Potenti, di ricchi esclusivi e compiere uno scatto in avanti verso l’intera famiglia umana, senza distinzioni di latitudini e senza confini. Pensarla così, ma non per forza proiettati soltanto su scala globale, ma pensarsi “insieme” anche localmente.