Home Chiesa e Diocesi Buon compleanno Suor Saveria! Novant’anni per Dio soltanto. Foto e video

Buon compleanno Suor Saveria! Novant’anni per Dio soltanto. Foto e video

Giunta a Piedimonte Matese il 23 ottobre 1955, Suor Saveria, insieme a numerose altre consorelle, è diventata riferimento per il monastero benedettino del quartiere Vallata. Due anni fa, in piena pandemia, ha celebrato i 60 anni di professione perpetua; ieri, 17 maggio il suo novantesimo genetliaco

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Ci sono luoghi e volti che si specchiano uno nell’altro, che sono tasselli dell’unica Storia che attraversa il tempo. L’antico Monastero benedettino di Piedimonte Matese e Suor Saveria vanno insieme traghettando in avanti una Storia oggi “rinnovata” e proiettata al futuro per la presenza nel luogo di una giovane comunità monastica, le Adoratrici Perpetue della Federazione Nostra Signora del SS. Corpo e Sangue di Cristo che nel 2017 si è sostituita al precedente ordine, accogliendo nella propria famiglia le anziane benedettine qui amorevolmente accudite.

Suor Saveria dell’amore Eucaristico, il suo nome da monaca, ieri ha compiuto novant’anni; per lei, tra le più anziane della comunità, una piccola eccezione alla regola della clausura: la ricorrenza che ricorda il dono della sua lunga vita di insegnamenti e di impegni è stata festeggiata con la presenza presso il monastero di alcuni familiari e qualche amico, oltre che dalle consorelle. Raggiunta anche dagli auguri dei numerosi nipoti residenti all’estero e nel resto d’Italia, ha trascorso un pomeriggio in compagnia; a sorpresa, tra i presenti, anche padre Mark, monaco benedettino dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento, priore del monastero di Silverstream in Irlanda, di origini piedimontesi (famiglia Onoratelli), che nel 1975 accolto dalla abbadessa Madre Maura e dalla stessa Suor Saveria, conobbe qui a Piedimonte Matese la gioia della chiamata alla vita monastica.
Madre Saveria coccolata da tutti nel giorno della sua festa, ma come al suo solito attenta verso tutti interessandosi di ciascuno (“come stai? Che fai? A casa tutto bene…?”), informandosi delle cose del mondo come al suo solito: per lei la lunga vita in monastero non è mai stata chiusura, ma attraverso la preghiera premura costante per i bisogni e le esigenze di tanti e della comunità civile locale che nel 1955 la accoglieva.

Una giovane Teresa a venti anni

Nata a Boscotrecase (NA) il 17 maggio 1932 da Francesco Saverio e Adelina Matrone (in tutto cinque figli), viene battezzata con il nome di Teresa Angela Anna nella parrocchia di Sant’Anna dove riceverà anche il sacramento della cresima e della prima comunione. “Frequentavo assiduamente la parrocchia e pregavo; pregavo tanto coltivando fin da bambino il sogno di conoscere sempre meglio Gesù e il desiderio di stare con Lui”. Complice la vocazione della zia Anna, carmelitana scalza, la piccola Teresa manifesta sempre più apertamente il suo desiderio di Dio. “Non sono mai stata fidanzata, ma volevo bene ad una persona – racconta nell’intervista che abbiamo raccolto anche in video – poi però…la vocazione alla vita monastica è stato il mio desiderio più forte”. Ne parla con il parroco; inizia per lei fin un periodo di accompagnamento spirituale e di discernimento, “andavo a piedi da Boscotrecase a Torre Annunziata; lì c’erano i francescani di cui pure seguivo la spiritualità…”. Nel frattempo completa gli studi magistrali presso l’Istituto Villari di Napoli (oggi Liceo statale), si iscrive all’università “ma non completai gli studi perché il mio pensiero era ormai rivolto alla vita religiosa, ma nel frattempo a casa insegnavo ai bambini a leggere e scrivere…”. Si garantisce così una piccola rendita per completare il corredo che dovrà portare con sé in monastero. Contro la volontà del padre, poi stemperata, ma con il sostegno della mamma e dei fratelli, e in particolare delle sue guide spirituali, dopo i contatti con alcuni monasteri per conoscerne meglio la spiritualità, giunge a Piedimonte Matese il 23 ottobre 1955 dove all’epoca erano presenti due comunità monastiche benedettine delle Adoratrici perpetue del SS. Sacramento, una presso il monastero di San Salvatore nel quartiere San Domenico e l’altra presso quello di San Benedetto nel quartiere Vallata dove oggi vive la cara Suor Saveria.

Suor Saveria con i fratelli Angelo e Anna entrambi residenti a Piedimonte Matese

Legge “Storia di un’anima” di Santa Teresa del Gesù Bambino che le apre la strada definitiva alla consacrazione, “lei amava il mondo, amava tutti, viveva in santità le cose più semplici di tutti i giorni”, racconta Suor Saveria ricordando il momento in cui decide che l’amore per Dio soltanto è la sua strada; e in in Dio nella preghiera – sceglie di incontrare il mondo con le sue ferite, le sue esigenze, le domande, i sogni. Per questo motivo tutto il tempo della clausura è per lei preghiera ma anche azione che santifica altri: si spende per la formazione spirituale e culturale delle novizie e delle consorelle, per la scuola (asilo e prime classi elementari) che nel monastero accoglieva numerosi bambini; per il laboratorio artigianale di ricamo e decoro che alcune monache abilmente conducevano: “Ci siamo volute bene!”, risponde così alla domanda che le chiede un ricordo particolare di questi lunghi anni.

L’ingesso in monastero

Il suo pensiero costante va a Madre Maura Vismara che accogliendola giovanissima in monastero ne valorizzava le capacità affidandole responsabilità e compiti di rappresentanza dell’ordine monastico fuori dalle possenti mura dell’antico edificio. Suor Saveria è stata infatti insegnante, segretaria particolare id alcune priore, segretaria capitolare, segretaria federale, priora di San Benedetto dal 1991 al 1998 e dal 2007 al 2013. Anche in tarda età, e da pochissimo tempo, riconoscendone la saggezza e la spiritualità le è stato chiesto di curare la formazione delle novizie e delle giovani professe che lei ha declinato con atteggiamento umile, vedendo nei limiti dell’età un freno alla necessaria preparazione che richiede tale compito. Per molte delle giovani monache che  vivono oggi in monastero e per quelle ragazze che passano in questo luogo per un momento di discernimento, Suor Saveria resta naturalmente maestra perché testimoniare e raccontare Dio nasce in lei spontaneamente come impeto quotidiano.

La redazione di Clarus ringrazia la Superiora Madre Marianna e l’intera comunità monastica per l’accoglienza e la disponibilità.

 

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