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Oggi pomeriggio i funerali di Paolo Mone: “è il tempo della Speranza”, il messaggio di don Paolo Vitale

Don Paolo Vitale, sacerdote responsabile del Servizio per la Pastorale giovanile della Diocesi di Alife-Caiazzo aveva conosciuto Paolo, il giovane scomparso tragicamente in un incidente mercoledì. Ai suoi amici e in particolare alla famiglia ricorda che "nulla andrà perduto": nel suo richiamo alla Parola di Dio c'è un forte messaggio di bene e di speranza

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Si terranno alle 18.00 nello chiesa di Spirito Santo i funerali di Paolo Mone, il diciottenne di Piana di Monte Verna deceduto mercoledì in seguito ad un grave incidente stradale avvenuto in località Cameralunga ai confini tra Caiazzo e Alvignano (vai all’articolo). Come preannunciato, il sindaco Stefano Lombardi ha proclamato per la giornata odierna il lutto cittadino. È il momento di un nuovo dolore, quello del definitivo distacco terreno: a quanti si preparano a vivere il rito delle esequie – famiglia, amici, conoscenti… – giunge un messaggio forte, che parla di Speranza
A donarlo all’intera comunità pianese e a coloro che si uniranno ad essa è don Paolo Vitale, sacerdote responsabile del Servizio per la Pastorale giovanile della Diocesi di Alife-Caiazzo, che con il giovane Paolo ha condiviso anche alcuni momenti di formazione cristiana. 

Carissimi giovani, ragazze e ragazzi, quello che viviamo oggi è il tempo della speranza. Una dimensione che non ha fine ma che sa di eternità. La morte di Paolo, nostro amico e fratello in Cristo, ha acceso in noi di nuovo un’aria nostalgica e malinconica lasciando nei nostri cuori la disperazione di fronte a “sorella morte” come la chiama san Francesco. Di nuovo ha lasciato il suo strascico che ha il sapore amaro della delusione, dello smarrimento, dello sgomento, dell’essere senza fiato sapendo che non rivedremo più un fratello. Ma oggi di fronte a questo mistero così grande e inconcepibile, siamo chiamati ancora una volta a convertirci. Siamo l’immagine visibile dei discepoli di Emmaus che dopo la morte di Gesù, dopo la morte del loro amico e compagno, sentono incombere nella propria vita l’enigma della morte. Il Vangelo ci dice che questi due uomini mentre conversavano tra Gesù in persona si affianca al loro cammino: “Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste”.

Amici, mentre siamo anche noi con il volto triste, disincantati e amareggiati, oggi Gesù ci cammina accanto. Il Risorto, il Dio della Speranza si fa compagno di viaggio! È lì vicino a te, e con una pacca sulla spalla ti ripete “coraggio, io sono con te non temere!” (Cf Mt 14,27);  quel “non temere” che per 365 volte troviamo nellaSacra Scrittura, quanti sono i giorni dell’anno. E ancora: “io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Eb 13,5). 

Cari giovani siamo chiamati ad andare oltre a ciò che la storia ci propone. Dobbiamo andare oltre l’illusione che la morte ci dona disorientandoci …! Dobbiamo andare oltre! È il tempo del “Passover”, del “passare all’altra riva”, della conversione dei termini, che anziché dire “fine”, dichiarano che c’è un “oltre” nel quale Uno ha preparato un posto per ciascuno di noi! Dobbiamo tenere presente che “l’essenziale è invisibile agli occhi”; dobbiamo trascendere l’ovvia e scontata realtà affidarci interamente al Signore che dichiara: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno» (Gv 11,25-26).

Ai genitori Concetta e Angelo Antonio e alla giovanissima sorella Veronica vorrei lasciare un’immagine che è quella che ci dona il Vangelo di Luca quando Gesù si perde a Gerusalemme. “Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio… Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.” (Lc 2, 41-50).

Oggi le parole di Maria sembrano le stesse parole che anche voi state ripetendo: Perché? Perché ci hai fatto questo? Ma Gesù con la sua risposta ci dona una grande speranza. Forse inconcepibile, incomprensibile come per Maria e Giuseppe. Ma Paolo non si è perso! Non si è smarrito! Ha raggiunto il Tempio per occuparsi delle cose del Padre! È lui che lo ha rapito e ora dall’alto vi affida al Signore ringraziando per tutto ciò che gli avete donato e vi ricorda che “nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto” (Lc21,18).

Don Paolo Vitale

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