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Top Gun – Maverick: una passione che supera il tempo e unisce generazioni

Il sequel del cult anni ’80 conquista la sala e fa vibrare i cuori degli appassionati

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Noemi Riccitelli – Dopo un’introduzione in grande stile durante l’ultima edizione del Festival del cinema di Cannes, dove il film è stato presentato fuori concorso, Top Gun – Maverick è al cinema dal 25 maggio e, a due settimane dall’uscita in sala, il film con protagonista Tom Cruise si attesta come il miglior incasso dell’intera carriera dell’attore.
Cruise, tra l’altro, in occasione della kermesse cinematografica francese, ha ricevuto la Palma d’onore come riconoscimento della sua brillante carriera.
Top Gun – Maverick è diretto da Joseph Kosinski, che prende il posto di Tony Scott, regista della pellicola originaria, cui questo sequel è dedicato, e prodotto da Jerry Bruckheimer, lo storico produttore del film del 1986.
L’uscita del film, come tanti previsti nel corso del 2020, è stata rimandata più volte e Tom Cruise stesso ha fortemente voluto che la pellicola fosse disponibile al cinema e non su piattaforme.

A seguito dell’ennesima dimostrazione di caparbietà e insubordinazione che sembra condurlo al definitivo ritiro, il tenente Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) riceve l’incarico di addestrare alcuni giovani piloti per una delicata missione segreta al servizio dello Stato.
Ritorna, quindi, alla Top Gun, dove incontra le nuove promettenti giovani leve: Jake “Hangman” Seresin (Glen Powell), Natasha “Phoenix” Trace (Monica Barbaro), Robert “Bob” Floyd (Lewis Pullman) e Bradley “Rooster” Bradshaw (Miles Teller), figlio del caro amico Goose, morto a causa di un incidente in volo con lo stesso Maverick.
Il rientro del tenente Mitchell non è gradito a tutti: osteggiato dall’ammiraglio Beau “Cyclone” Simpson (Jon Hamm) e dagli stessi allievi che, almeno inizialmente, sottovalutano i suoi metodi, Maverick, ostinato, porta avanti i suoi progetti, sostenuto spiritualmente dal vecchio compagno e solo apparente rivale Tom “Iceman” Kazinsky (Val Kilmer), ora a capo della Top Gun stessa.
Inoltre, Pete ha modo di ritrovare anche un amore sopito, Penny Benjamin (Jennifer Connelly), che gestisce il bar all’interno della base di addestramento.

Ripescare dal passato e riprendere il cult di una generazione rappresenta un’operazione rischiosa, i miti sembrano essere intoccabili e i sequel o rivisitazioni possono persino arrivare ad alterarne il ricordo.
Tuttavia, Top Gun – Maverick scongiura il pericolo di flop e questo sequel, infatti, si dimostra all’altezza del film originale, conferendogli un nuovo slancio e conquistando all’unanimità pubblico e critica.
Il punto di forza del film risiede in una ben equilibrata continuità tra presente e passato: personaggi e situazioni evocate non si esauriscono in una banale operazione nostalgia, ma la sceneggiatura (di Ehren Kruger, Eric Warren Singer, Christopher McQuarrie, Peter Craig, Justin Marks) è solida e coerente nella volontà di proporre una storia in linea con l’attualità, pur non tradendo lo spirito originario e, soprattutto, mirando a coinvolgere anche le più giovani generazioni di spettatori.

Tom Cruise è indubbio protagonista del film (del resto la pellicola è intitolata al suo personaggio): l’attore è anche uno dei produttori che ha amato e voluto strenuamente la realizzazione del progetto.
Ciò che emerge dall’interpretazione dell’attore e si apprezza anche dal punto di vista umano è la passione e il vero entusiasmo che Cruise dimostra: la genuina ostinazione e la vivace ebbrezza di andare oltre i propri limiti sono tratti comuni a Maverick e Cruise stesso, che è solito buttarsi a capofitto nei personaggi interpretati, facendo a meno di stuntman e controfigure, realizzando egli stesso anche le scene d’azione più delicate (si pensi anche al personaggio dell’agente Ethan Hunt della serie Mission Impossible).

Non stupisce, dunque, che Cruise, il regista e l’intera produzione abbiano voluto che i giovani attori del cast svolgessero un vero e proprio duro addestramento aeronautico: non solo, nelle scene di aviazione gli interpreti hanno anche dovuto imparare ad utilizzare le videocamere, finendo per dirigersi da soli nelle sequenze da girare nei jet.
Un’esperienza unica che ha contribuito a rendere verosimili le azioni e a trasmettere l’adrenalina e il pathos della missione da compiere, oltre che a lasciare estasiati gli estimatori del settore.

Top Gun – Maverick non è però solo brivido ed energia: infatti, pur avendo sottolineato che il film non sia ricorso ad un semplicistico amarcord, la storia disvela un sincero momento di tenerezza e commozione nella scena dell’incontro tra Maverick/Cruise e Iceman/Kilmer: da borioso rivale Iceman diventa fidato e sincero patrono di Maverick, sostenendolo e incoraggiandolo nel continuare a perseguire i suoi obiettivi.
La sequenza in questione si carica di un ulteriore e profondo significato anche perché la vicenda personale dell’attore Val Kilmer, affetto da un tumore alla gola, viene ripresa con tatto e delicatezza nel personaggio, sottolineando il suo prezioso contributo nella realizzazione del film.

Il ritrovarsi dei due storici personaggi che risolvono e superano le loro personali sfide è il messaggio programmatico di tutto il film: lì dove c’era competizione e ricerca di protagonismo, machismo, dati anche i tempi diversi, qui si dispiega il senso di squadra, sostegno, collaborazione: Maverick insegna proprio questo ai suoi giovani allievi.

Una menzione particolare meritano la fotografia di Claudio Miranda e le musiche di Lorne Balfe e Hans Zimmer: entrambe esaltano le spettacolari scene di volo, la natura del paesaggio californiano e i momenti più intensi del film.
Inoltre, il brano principale, Hold My Hand, è interpretato, scritto e prodotto dalla cantante statunitense Lady Gaga, non meno emozionante dell’iconica Take my breath away del gruppo Berlin.

Top Gun – Maverick è, nel complesso, un film ben riuscito: non resta nell’ombra del passato, ma brilla di una nuova luce propria, riattualizzando personaggi e intreccio.

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