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Persuasione: l’ingiusta critica alla trasposizione Netflix del romanzo postumo di Jane Austen

Dal 15 luglio in piattaforma il film di Carrie Cracknell con protagonista Dakota Johnson

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Noemi Riccitelli – Probabilmente l’autrice più amata e letta nel corso del tempo, la cui scrittura supera la prova del tempo non smettendo di sorprendere per acume, ironia e verità.
Fonte di ispirazione inesauribile per ulteriori produzioni artistiche, quali film e serie TV, che nel corso del tempo hanno contribuito a diffonderne e definirne la popolarità: Jane Austen.
La scrittrice inglese ha parlato di amori intensi e coinvolgenti, sentimenti forti, mantenendo sempre uno sguardo aguzzo sulla società del tempo, con un particolare focus sulla condizione femminile, in merito alla quale ha sostenuto idee all’avanguardia.
Dal 15 luglio è disponibile su Netflix Persuasione (Persuasion), trasposizione del romanzo postumo dell’autrice, con la regia di Carrie Cracknell e protagonista la nota attrice americana Dakota Johnson.

Anne Elliot (Dakota Johnson) vive con la sua famiglia nella residenza di Kellynch Hall:
il padre, sir Walter Elliot (Richard Grant), è un uomo molto orgoglioso di sé e della sua discendenza nobile e illustre.
L’atteggiamento altezzoso della famiglia di Anne, insieme ai consigli della confidente materna Lady Russell (Nikki Amuka-Bird) ha fatto sì che la giovane non sposasse il marinaio Frederick Wentworth (Cosmo Jarvis), ritenuto di rango sociale inferiore.
Anne, infatti, nonostante il suo sincero e forte sentimento nei confronti di Wentworth si è lasciata persuadere, rifiutando l’uomo amato.
Tuttavia, otto anni dopo, le vite dei due tornano, fortuitamente, ad incrociarsi.

Aspre critiche, soprattutto da parte dei fedeli e appassionati lettori di Austen: infatti, la versione di Persuasione di Cracknell è stata tacciata di essere fin troppo contemporanea, perdendo così la genuina ispirazione del romanzo originale.
Cracknell, regista teatrale, ha utilizzato nella messa in scena un espediente tipico della rappresentazione sul palcoscenico: quelli che vengono definiti gli “a parte”, ovvero i momenti in cui l’attore si rivolge direttamente al pubblico, rompendo così la cosiddetta quarta parete e coinvolgendo direttamente lo spettatore nelle vicende rappresentate (pratica già diffusa in serie TV di successo, quali Fleabag e Enola Holmes, per citare esempi recenti).
La Anne di Dakota Johnson, infatti, si volge alla camera quasi sempre: per presentare la sua famiglia, per parlare di sé, la storia è raccontata dal suo punto di vista.
La stessa Anne, inoltre, è caratterizzata da un piglio buffo e smaliziato, particolarmente frizzante e un po’ maldestra, con abitudini “licenziose” e moderne per il tempo della vicenda: infatti, la protagonista viene spesso immortalata nell’atto di bere vino, per stemperare le pene d’amore nell’alcool, come una farebbe una giovane coetanea di oggi.

Una versione decisamente divergente dal testo di Austen: del resto, sin dai titoli di testa è fatto chiaro che il film è “based on the novel”,dunque, l’intento della trasposizione non è filologico, bensì quello appunto di creare una nuova versione.
Una versione destinata ad una piattaforma streaming la cui utenza è costituita da giovani, di cui bisogna tenere in considerazione sensibilità e linguaggio, che non significa snaturare ma apportare degli adattamenti che possano rendere accattivante un racconto di 200 anni fa, facendo leva sugli elementi moderni che lo caratterizzano, che nella scrittura di Jane Austen sono molteplici e sorprendenti, soprattutto per le nuove generazioni.

In relazione a ciò, un’altra critica mossa è quella che Persuasione sia assimilabile ad un’altra nota, recente serie Netflix molto amata, Bridgerton: tuttavia, le due serie condividono soltanto il contesto di riferimento, l’epoca Regency inglese (1811-1820), in quanto quest’ultima risponde ad un’operazione creativa originale, con una trama e dei personaggi che, sebbene interessanti, non hanno pretesa di essere rappresentanti di un sentire profondo o di una denuncia sociale chiari, invece, nei testi di Jane Austen.

Nel cast figurano attori più o meno noti, tra tutti Richard Grant, il quale tuttavia ha un ruolo dimensionato, mentre indubbi protagonisti sono Dakota Johnson e Cosmo Jarvis: Johnson è empatica e convincente nel ruolo di questa Anne dissacrante e simpatica, ma non meno intensa nei momenti di tensione; Jarvis è un capitano Wentworth riservato e compìto, la cui interpretazione attraversa uno sguardo intenso che lascia trasparire i sentimenti verso Anne/Johnson.
Infine, una menzione va fatta a Mia McKenna Bruce, nel ruolo di Mary, sorella di Anne, il cui broncio e impazienza sono resi con spirito, celando in più di un’occasione scomode verità riguardo i doveri di una giovane donna del tempo.

I costumi (Marianne Agertoft) sono aderenti alla realtà del tempo e variano in nuances a seconda dei personaggi, adattandosi ad una fotografia (Joe Anderson) semplice, dai toni tenui, che mette in risalto i dettagli di ogni ambientazione e scenografia.

Nel complesso, Persuasione non rimane di certo un adattamento memorabile, al pari di altre trasposizioni di romanzi di Jane Austen, tra tutte Orgoglio e Pregiudizio di Joe Wright, ma è una visione piacevole, adatta al piccolo schermo e che, nelle sue trasgressioni contemporanee, probabilmente sarebbe stata apprezzata dall’autrice inglese stessa, pioniera di un pensiero irriverente e unico nel suo genere.

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