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Don Antonio Chichierchia, 90 anni di vita e di testimonianza evangelica. “Fatevi santi” non smette di pronunciare

Da sempre dedito alla sua città natale Caiazzo che ha servito come parroco fino al 2014. Poi la "chiamata" alla guida della parrocchia di San Leone Magno a Ruviano: il suo è l'esempio di passione per il Vangelo che il tempo non muta ma rafforza

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Buon compleanno don Antonio! Ricorrenza che non passa inosservata quella del sacerdote caiatino che oggi compie novant’anni mentre resta alla guida della parrocchia di San Leone Magno in Ruviano, accompagnando le sue giornate con la preghiera e il servizio. Un traguardo che fa gioire e fa dire ‘grazie’ a quanti osservano ammirati la sua irrefrenabile voglia di annuncio evangelico.

La sua passione per il Vangelo che l’età non frena né sopisce continua ad essere di esempio per molti: in più occasioni lo stesso vescovo diocesano Mons. Giacomo Cirulli ha pubblicamente ringraziato don Antonio per il servizio che ancora offre con entusiasmo, curando e non trascurando nulla di ciò che potrebbe frenare la corsa del Vangelo tra la gente, tra i poveri, tra la gente che gli è affidata o tra coloro che casualmente hanno incontrato e lo incontrano nella quotidianità.

Per tutta la vita al servizio della sua città natale, Caiazzo, e qui parroco della Cattedrale fino al 2014. Ma quando per lui sembrava giunto il tempo del meritato riposo si è presentato quello di una più forte e incisiva testimonianza: “richiamato” dall’allora vescovo Mons. Valentino Di Cerbo, don Antonio è stato inviato nel comune limitrofo di Ruviano entrandovi con i suoi modi discreti, gentili, e con l’idea chiara di portare Gesù Cristo e il suo Vangelo, di suscitare l’interesse per la sua Parola e l’amore per la Chiesa, come anche l’impegno tra i laici per il bene dell’intera comunità.

Un uomo saggio, capace di ascolto; di poche parole ma sincere, dettate dall’urgenza di ricucire, di creare prospettive, di suscitare passione per i valori della vita; don Antonio resta un esempio di fedeltà alla Chiesa locale e alla sua Storia: il suo legame con i santi vescovi Ferdinando d’Aragona e Stefano Menicillo di cui ne ha tramandato il culto e il rispetto è ulteriore testimonianza di come nelle radici lontane è il fondamento di questo presente e le prospettive di ogni comunità. Un “nonno” necessario è don Antonio Chichierchia, catapulta di valori nel domani della storia caiatina e di quella diocesana, di quelli che a guardarlo dici “che forza!” e non resta che rimanere stupiti, stimolati, ma soprattutto a lui grati, e grati a Dio.

Nato a Caiazzo il 30 luglio 1932, dopo il Seminario e gli studi teologici don Antonio Chichierchia è stato ordinato presbitero dal vescovo Nicola Di Girolamo il 19 luglio 1959; nello stesso anno vince il concorso che lo vedrà parroco di Santa Maria Assunta-Cattedrale (oggi Concattedrale) di Caiazzo concorso (un tempo si diventava parroci per concorso).

Diversi gli incarichi ricoperti e le responsabilità assunte nel corso degli anni; di queste ne citiamo solo alcune…: Assistente unitario di Azione Cattolica (sia per la Diocesi di Caiazzo che per quella Alife-Caiazzo nata nel 1986); direttore dell’Ufficio Catechistico (diocesi di Caiazzo); Direttore della Scuola Superiore interdiocesana di catechetica (diocesi di Caiazzo); Direttore diocesano dell’Apostolato della Preghiera (Diocesi di Alife-Caiazzo). La città di Caiazzo deve a lui il culto di San Pantaleone di cui si conserva una reliquia del sangue nella chiesa Concattedrale e la devozione per Fra Pacifico da Caiazzo avendo curato lungamente l’iter per una possibile canonizzazione.

Un giovanissimo don Antonio Chichierchia (a sinistra) con il vescovo Angelo Campagna

1 COMMENTO

  1. È stato anche il mio professore di religione al liceo scientifico di Caiazzo in un tempo ormai lontano. Le sue lezioni non erano cattedratiche ma improntate sull’ascolto,sul dialogo, una grande apertura ai tempi. Auguri di cuore carissimo Don Antonio.

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