San Sisto e la sua gente si sono incontrati di nuovo; i due giorni di solenne festa liturgica dedicati al Patrono di Alife e della Diocesi di Alife-Caiazzo si sono appena conclusi ma c’è ancora tempo per vivere la piazza e la socialità che è tanto mancata negli ultimi due anni a causa del Covid19: la folla presente in Città nei giorni scorsi ha rivelato l’entusiasmo con cui è stato atteso questo momento e il programma dei festeggiamenti civili ancora in corso farà sì che in Alife risuonino voci e musica ancora per giorni, pioggia permettendo, visto che il temporale di ieri sera al termine della processione ha praticamente impedito il prosieguo della serata per quanti immaginavano passeggio, giostre, bancarelle… Temporale che ha atteso il passaggio di San Sisto per le strade decorate con le tradizionali infiorate, frutto di intenso lavoro da parte dei residenti che già nelle prime ore del pomeriggio hanno dedicato tempo e ingegno perché il Santo trovasse il giusto omaggio al passaggio. Presenti nei due giorni di celebrazioni diversi sacerdoti e diaconi diocesani, i seminaristi di Alife-Caiazzo e di Teano-Calvi; il sindaco di Alife Maria Luisa Di Tommaso e gli Amministratori comunali, e nella serata dell’11 il sindaco di Alatri (FR) Giuseppe Morini per la devozione al santo che la città laziale celebra anch’essa come patrono.
Le Celebrazioni eucaristiche
L’incontro con San Sisto arriva perché di ogni festa in suo onore resti un segno particolare, un messaggio, un impegno ai cristiani della Comunità. C’è il Vangelo dietro tutto questo, c’è una storia da cui tutto ha avuto inizio, anche quella di San Sisto e della alifani a lui indissolubilmente legati. Lo ha ricordato il Vescovo Mons. Giacomo Cirulli nelle omelie il 10 e l’11 agosto: “il martirio di San Sisto ci riporta a quello di Cristo sulla Croce di cui ogni credente deve essere imitatore: C’è solo una croce che salva; le altre disperano ma Cristo chiede di prendere la sua croce per amore del prossimo… (…) Cosa vuol dire prendere la sua croce? Agire come agiva Lui; pregare come pregava lui, vivere come viveva Lui”, Dobbiamo dire “crediamo nell’amore: questa è la nostra fede; crediamo nella vita fraterna, al dono della vita per amore di Dio è del prossimo; crediamo al perdono settanta volte sette…”.
Le parole del Vescovo sono il filo che ricuce la comunità alifana e diocesana ad una proposta di vita fondata sul Vangelo: non ci sarebbe San Sisto senza la sua scelta di fede e di amore per Cristo, non ci sarebbe storia di fede e tradizione locale senza la sua testimonianza compiuta per convertire; l’attualità del Santo e del suo messaggio è ancora oggi un richiamo per la Comunità ad essere “un luogo di pace, di rispetto, di cordialità, di imitazione di quelle virtù” ha ricordato il Vescovo soffermandosi su “quella che mi ha colpito tra le poche notizie che abbiamo: la premura che San Sisto ebbe per la gente perché comprendesse il valore dell’Eucarestia”.
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Alla Cappella Fuori le mura
Il messaggio del Vescovo in occasione della festa al Patrono, esce dalle Celebrazioni in Cattedrale e, alla “Cappella di San Sisto fuori le Mura” che si raggiunge in processione con il busto del santo al termine della Messa del 10 agosto (vigilia della festa), si estende all’intera comunità civile a cui il Vescovo ancora una volta indica il Vangelo come modello: “Parlare a voi come comunità civile, per me che sono vescovo, significa partire da Gesù Cristo; se siete qui significa che siamo cristiani, discepoli di quel Gesù che Sisto ha amato (…) Gesù ci chiede, ricordando la figura di San Sisto, ‘mi vuoi bene?’ È una domanda seria (…) perché tutto quello che siamo, che pensiamo, che scegliamo, parte dall’amore per Gesù”.
Escludere dalla nostra vita l’orientamento delle coscienze tentate dai talk show – l’invito del Pastore – ma fare affidamento sulle voci autorevoli che sono inviate ai credenti: “Voi popolo di Alife, noi Diocesi di Alife-Caiazzo, abbiamo un Papa come santo patrono e la prima cosa che può chiedere un papa è l’ascolto per il Papa-Pietro su questa terra. È quella la prima voce è quella da sentire”. San Sisto papa, diventa richiamo per gli alifani ad uno sguardo universale aperto alla novità del Vangelo che superi abitudini cristallizzate in prassi sociali e religiose che frenano la crescita civile e morale di ogni comunità che ne è vittima: conservare le radici (San Sisto) senza voltare le spalle al nuovo e a decisioni di cambiamento proposte nella Chiesa e nella Società, è la sintesi dell’appello che Mons. Cirulli ha rivolto alla folla: “Facciamo nostro questo sguardo (universale, ndr): San Sisto è venuto qui e ci vuole bene, però dobbiamo noi imparare da lui. Ridiamogli, attraverso la nostra vita, questo sguardo aperto sul mondo, facciamo diventare questa città una città aperta, dentro la Chiesa seguendo il Papa”. Appello alle autorità civili perché si costruiscano possibilità concrete per la crescita dei giovani e perché non venga meno il loro legame con la Città.
Poi le conclusioni in una preghiera spontanea al patrono: “San Sisto ti prego, aiutaci a seguire il successore di Pietro, il vicario di Cristo; aiutaci a condividere i suoi progetti, tutti. Alife, città aperta, con gli stessi occhi di San Sisto aperti sul mondo e per il bene di tutti nella vera fraternità cristiana”.