A Letino si ripete il tradizionale rito della Rodda e della Parentezza, unica ed originale rappresentazione dell’antico fidanzamento e matrimonio rigorosamente in costume tipico e con il coinvolgimento di tanta popolazione. Appuntamento questa sera alle 20.00 in Piazza della Repubblica. Tutto come avveniva una volta, di fronte al pubblico curioso e festante di fronte alla visione di uno spaccato di storia mai visto, seguendo la cadenza di usanze che si distribuivano in più giorni di preparativi e di festa fino al matrimonio e al ritiro in casa degli sposi dopo i festeggiamenti. Letino ancora oggi coinvolge nella rappresentazione dei riti antichi buona parte della popolazione segno di forte legame tra generazioni e con le radici: bambini, adolescenti, i giovani, donne e uomini con l’organetto e poi gli sposi e il corteo delle rispettive famiglie.
L’evento proposto stasera si inserisce nel cartellone della Pro Loco Letizia, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, e in particolare nel IV memorial Luigi Paolella e I memorial Rocco Luigi Tomasone. Paolella, storico presidente della Pro Loco Letizia e figura di spicco tra le Pro Loco della provincia di Caserta, tra i primi insieme a Giuliano Palumbo (anch’egli deceduto) e a Fausto Perrone, a promuovere Letino le sue tradizioni; il secondo, Tomasone, maestro fisarmonicista, sarà ricordato per la sua arte e la passione di cui la comunità locale si fa erede attraverso la diffusa pratica dell’organetto anche tra i più giovani.
Rodda e parentezza sono ufficialmente inseriti nell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano che raccoglie (previa precisa richiesta di accoglimento e inserimento nei registri regionali) le pratiche connesse alle tradizioni, alle conoscenze, alle usanze, ai saper fare della comunità campana, così come definite dalla Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 17 ottobre 2003, ratificata dall’Italia con legge n°167/2007: nel caso di Letino si tratta di un riconoscimento che testimonia il valore storico artistico di un rito rivelatore dell’identità ed esclusività del luogo. Il pezzo forte di tutta la messa in scena (ormai Letino ha abbandonato i riti, ma non la presenza di massa ai matrimoni) è il costume tipico, vero e proprio patrimonio non solo artistico ma anche economico se si pensa alla qualità delle stoffe, dei decori, degli ornamenti che esso porta con sé. Un bellissimo quadro raffigurante due donne in costume letinese appartiene alla collezione privata del critico d’arte Vittorio Sgarbi, segno del valore concentrato nel piccolo paese del Matese e quota 1000 metri.
I letinesi, in costume, sfileranno per le strade del paese muovendo dalle case degli sposi per poi trovarsi in Piazza a celebrare il momento più solenne della manifestazione sotto gli occhi dei tanti visitatori che già da giorni hanno scelto il borgo del Matese come dimora estiva o quelli d’occasione che saliranno per l’occasione.
Foto Fernando Occhibove