L’estate rappresenta il tempo del risveglio, quel momento dell’anno che riaccende il piacere di stare insieme. Estate è voglia di condividere e, perché no, di intraprendere nuove amicizie e l’oratorio diventa così la cornice ideale per tutto questo, luogo sicuro e accogliente dove l’esperienza di crescita di bambini e ragazzi s’intreccia con quella di volenterosi animatori, i quali scelgono di mettere a disposizione il proprio tempo, generosamente, ma soprattutto consapevolmente. Dopo il lungo “riposo” forzato causato dal Covid, numerosi oratori parrocchiali hanno riaperto le porte ai giovani, lanciando loro l’invito a partecipare alle tante e variegate attività del Grest. Il tema scelto per le parrocchie delle Diocesi di Alife-Caiazzo, insieme a quella di Teano-Calvi, guidate dal vescovo Giacomo Cirulli, è la vita del profeta Giona, raccontata nell’Antico Testamento, che quest’anno sta fungendo da bussola per tutti quelli che hanno scelto l’esperienza del Grest. Due mesi, quelli di luglio e agosto, che stanno vedendo come protagonisti educatori, animatori, parroci, catechisti, famiglie e tutti coloro che hanno deciso di vivere un’arricchente avventura estiva.
Le attività e il metodo (perché un Grest non si improvvisa).
Pontelatone, Treglia, Alvignano, Alife, Dragoni e a macchia di leopardo numerosi altri centri della Diocesi di Alife-Caiazzo hanno dedicato una fetta di tempo estivo alla formazione dei bambini del Grest. Formazione, esattamente, non solo gioco, ma attraverso di esso, alternato a momenti formativi e spirituali seguendo un unico percorso, si formano le coscienze, si cura la fede dei più piccoli, si indirizza la vita secondo il Vangelo. Non un passatempo, il grest, ma un’esperienza; un incontro tra orizzonti diversi (perché in oratorio si è in tanti); un felice momento di scambio; un tempo per accogliersi tutti, per scoprire l’originalità di ciascuno e il dono che ognuno può essere per l’altro. Intense le relazioni durante un grest perché tutto concorre ad essere veri, a mostrarsi senza maschere, a raccontarsi. C’è un metodo dietro queste attività formative, ci sono contenuti e dinamiche psicologiche; ci sono obiettivi sia per la dimensione umana che spirituale dei partecipanti ma soprattutto la formazione di chi coordina e guida i tanti ragazzi che è avvenuta nelle settimane che precedono il grest (la maggior parte di educatori e animatori viene da esperienze che durano da anni per l’intero corso dell’anno pastorale). In poche parole c’è cura per se stessi e l’altro, possibilmente senza sbavature.
Abbiamo raccolto un po’ di foto che testimoniano il gran clima di festa che si è respirato e ancora si respira nelle nostre parrocchie. Basta un clic e poi un altro (secondo le indicazioni) per visualizzare nel modo migliore lo scatto.